domenica 24 Novembre 2024
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“Imago Profundis” Vernissage a Palazzo Carafa

IMAGO PROFUNDIS
Ritratti dalle profondità dell’anima

2013/2023 Una decade di ricerca pittorica e spirituale di Ama Diamante

A cura di Pasquale Abbatiello

Vernissage
Dal 13 Dicembre 2023 al 13 gennaio 2024
dalle ore 18:00 alle 22:00

Palazzo Carafa, Via San Biagio dei Librai, 121 – 80138 Napoli

Palazzo Carafa, nel cuore del centro antico, accoglie nel suo ventre la personale di Ama Diamante.
Un nucleo di ventitrè opere, summa di un percorso di ricerca durato dieci anni; ventitrè ritratti privi di un modello in carne e ossa, evocazioni di forme archetipiche, memorie interiori.
Sono gli estratti di un diario spirituale, volto giorno per giorno alla ricerca dell’identità profonda, uno specchio dai molteplici riflessi che ci rimanda un’immagine al contempo familiare e difforme.
Artista poliedrica, avvezza ad esplorare le potenzialità di media e tecniche disparate, dalla fotografia alla scultura, Ama Diamante ci dischiude qui uno scrigno prezioso; il frutto decennale di un lavoro di scandaglio, sul periglioso limite dell’irrazionale.
Sono maschere che emergono da un fondo ignoto, come i caratteri primigeni che imprimono forma e sostanza al nostro essere, prima ancora che esso veda la luce.
Sono maschere come lo fu il volto inconcepibile di Medusa o come il viso esile di Ofelia che affiora dall’acqua suggerendo ben altri abissi.
La cifra stilistica dell’artista porta uno stigma inconfondibile: un legame ancestrale con Napoli e la sua più alta tradizione. La sua pittura non è mai leziosa o didascalica e non indulge all’ammiccamento superficialmente virtuosistico di tanta figurazione odierna. Qui la memoria dei maestri si è fatta intima e fluida e i tratti naturalistici di certe esecuzioni stemperano assai presto nell’evocatività umbratile del Simbolismo.
Tutte sono opere su carta eseguite con tecniche sperimentali, manipolazioni dal sapore alchimistico. Da alcune di esse riverbera la foglia d’oro e d’argento, nella foggia di mistiche mani, ad evocare la luce di un’icona.
Notiamo come nel corso degli anni, e pur con la sperimentazione di tecniche diverse, l’artista abbia conservato un chiaro filo conduttore: in una trattazione al contempo sottile e pulsionale, queste figure ci inquietano; cerchiamo di afferrarne gli sguardi, pur sapendo che l’assenza di quelle orbite affonda dentro noi.

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