Il primo dicembre 2023 alle ore 18:00 a Saviano, presso la Torre del Campanile di Piazza Vittoria e il piccolo terreno adiacente denominato Giardino Alchemico, verranno inaugurate due installazioni artistiche site specific: “Le Vie Aperte” e “L’ombra Profonda” progettate da Claudio Rodolfo Salerno, responsabile dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali, e Felix Policastro, responsabile della On Air contemporary art, con i contributi del poeta Lello Agretti, del fotografo Stefano Piancastelli e del video-editor Raffaele Riccardi coadiuvati dal supporto organizzativo di Giacomo Savio.
Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali, da sempre attento al degrado urbano e culturale delle aree periferiche del territorio metropolitano, ha intrapreso un programma di attività, legato alla diffusione della cultura scientifica e all’arte contemporanea attraverso operazioni di riqualificazione urbana e di scambi culturali tra cittadini e artisti internazionali.
La manifestazione sarà inaugurata da Antonio Marciano segreteria presidente Regione Campania, Vincenzo Simonelli sindaco di Saviano, Leonardo Perretta assessore alle attività culturali del Comune di Saviano, Ida Alexandra Mauro consigliere comunale del Comune di Saviano, Anna Iolanda D’Antuono consigliere comunale del Comune di Sant’Antonio Abate e Luigi Buffone Associazione Il Melograno APS.
Alla fine della serata l’opera presentata nel Giardino Alchemico trasmuta e si fonde con quella presentata all’interno del campanile per restarvi 30 giorni.
Profondi significati metaforici emergono in una rappresentazione sospesa tra realtà e sogno, luce e ombra, tra vita e morte in cui l’essere e il divenire si confrontano con un presente decifrato attraverso lo sguardo inquieto degli artisti.
Le Vie Aperte: Le rampe, congiunzioni fra il centro e il mare, rappresentano una metafora, un archetipo, una possibilità: la scelta tra salire e scendere. Ogni incognita è un’ascesa. Glauco, nel mito greco figlio di Poseidone e della ninfa Naide, rappresenta il pescatore di memorie ritrovate. Unico vero elemento identitario: il Mar Mediterraneo, che genera e rigenera l’umida madre che assiste alla perdita della memoria degli uomini, suoi figli. Un paesaggio emozionale, possibile, che racconta il nostro tempo sospeso, decadente, in perenne conflitto. Glauco il pescatore non raccoglie più dimenticanze, ma cadaveri di bambini annegati che avrebbero dovuto giocare con il mare e non trovarvi la morte.
L’ombra profonda: è nell’immaginario, nella capacità della nostra mente di visualizzare segni, svelare ombre, e, solo in quel momento, che i diversi stadi del nostro essere, conscio e inconscio, entrano in contatto tra loro rivelando una nuova epifania, un intervento artistico. Un oggetto, un disegno, una scultura: attraverso essi proponiamo i nostri archetipi. L’opera è dedicata a Giordano Bruno, alla stratificazione della memoria e alle ombre che produce la mente.
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