Pomigliano. Dopo decenni di sotto-salario e cassa interazione senza fine in conseguenza di una infinita progressione di falsi piani industriali e mancati ammodernamenti tecnologici nelle fabbriche Stellantis in Italia vi è una evidente incapacità produttiva per strutturali deficit impiantistici, nonché dannose logiche gestionali tese esclusivamente a raschiare il fondo del barile per recuperare produttività in evidente danno sociale (multimiliardari finanziamenti pubblici erogati a perdere in questi anni dalle istituzioni compiacenti a fronte del dimezzamento dei livelli occupazionali) e dei diritti dei lavoratori.
La straordinaria partecipazione dei lavoratori di Pomigliano e di quelli trasferiti da Melfi allo sciopero di sabato scorso conferma l’irricevibilità della pretesa aziendale di ovviare alle note e gravi magagne tecnico- produttive con l’intensificazione dei carichi e dei ritmi di lavoro già insostenibili e che minano rovinosamente la salute dei lavoratori costretti inoltre ad operare in condizioni ambientali ed igieniche semplicemente vergognose.
Né è pensabile colmare (senza rendersene complici) il grave deficit impiantistico- gestionale e produttivo con l’eliminazione della mensa che è un diritto di legge dei lavoratori non derogabile contrattualmente, per costringerli a produrre mezza ora in più a turno, nonché imporre, coi sindacati compiacenti, i 20 turni a scorrimento per non parlare del trasferimento coatto di 1.200 lavoratori – sotto ricatto – da Melfi a Pomigliano.
LA PAUSA MENSA RAPPRESENTA UN OBBLIGO PER L’AZIENDA E UN DIRITTO DEL LAVORATORE NON DEROGABILE DAGLI ACCORDI SINDACALI FURILEGGE
SINDACATI COMPIACENTI NON POSSONO CONSENTIRE A STELLANTIS DI COMPRARE LA FAME DEI LAVORATORI TENUTI DA DECENNI IN CIGS E SOTTOSALARIO
La pretesa aziendale per cui… “per gli addetti e collegati di lastratura e verniciatura, con decorrenza 28 agosto/31 dicembre 2023, l’attività lavorativa sarà svolta anche nella mezz’ora retribuita della mensa”… è illegittima in quanto, in relazione alle vigenti normative di legge – di evidente rango gerarchico superiore a quelle contrattuali – il lavoratore non è tenuto alla rinuncia della pausa mensa né l’azienda può impedirgli la fruizione di tale diritto con minacce e/o provvedimenti disciplinari intimidatori in quanto, nel caso, si configurerebbero gravissime ed evidenti ipotesi di reato oltre alla già grave e deliberata violazione datoriale del diritto del lavoro. Sulla vicenda come sindacato abbiamo diffidato l’azienda che già sembra stia venendo a…più miti consigli richiedendo la disponibilità volontaria dei lavoratori.
PERTANTO CONTINUARE A FRUIRE (COME SI E’ FATTO IN QUESTI ANNI) DELLA PAUSA MENSA A FINE TURNO (E SENZA SCIOPERO PER NON RISCHIARE DI PERDERE I SOLDI) E’ UN DIRITTO DEI LAVORATORI NON MODIFICABILE A CUI PENSIAMO NON SI DEBBA RINUNCIARE.
In ulteriore appoggio e potenziamento delle mobilitazioni in corso dei lavoratori di Pomigliano e Melfi Slai cobas inoltre ha predisposto ogni adeguata tutela giudiziaria dei diritti dei lavoratori e della democrazia in fabbrica.
Slai cobas Stellantis Pomigliano
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