BARRA. Si terrà un incontro di preghiera e di riflessione dal titolo “ Per non dimenticare … Giovanni Palatucci, il Questore-Santo”, lunedì, 10 febbraio alle ore 19,30 a Barra, nella chiesa dell’Ave Gratia Plena, conosciuta come chiesa di Sant’Anna, in Corso Sirena n.272,
L’evento è organizzato dalla Questura di Napoli (Commissariato di Pubblica Sicurezza San Giovanni – Barra), con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Onlus “Amici dell’Arte” – Sez. Campania e dell’associazione culturale “Prometeo” di Torre del Greco, per ricordare Giovanni Palatucci, l’ultimo Questore di Fiume italiana, morto nel campo di sterminio di Dachau il 10 febbraio 1945 e, con lui, le tante altre vittime di quell’atrocità.
L’incontro si articola in un momento di preghiera con don Maurizio D’Alessio, parroco della chiesa di Sant’Anna e don Fabio Manca, cappellano regionale della Polizia di Stato. Sono previsti gli interventi di Guido Marino, Questore di Napoli; Antonio Borriello, regista e attore teatrale; Angela Furcas, associazione Ebraico-Cristiana di Napoli; Francesco Manca, presidente dell’associazione culturale “Prometeo”; Flavio Russo, scrittore e storico militare. Il commento è affidato a Pietro De Rosa, dirigente del Commissariato di P.S. San Giovanni-Barra.
Segue il concerto di musica sacra con l’Ensemble vocale e strumentale “Salerno Classica” diretta dal maestro-concertatore Luciano D’Elia del Conservatorio di Musica di Salerno, con la partecipazione del soprano Anna Pietrafesa, di Stefania Cucciniello, organista e di Pellegrino Armellino, fagotto. L’accoglienza degli ospiti è a cura degli studenti dell’I.P.S.S.O.E.A. “I. Cavalcanti” Napoli.
L’incontro, promosso dalla Questura di Napoli, Commissariato di P.S. San Giovanni-Barra, è la ricorrenza dell’anniversario della morte dell’eroico Funzionario di Polizia Giovanni Palatucci di origine irpina, nato a Montella il 31 maggio 1909 che, in servizio presso la Questura di Fiume, prima come Dirigente dell’Ufficio Stranieri, poi Commissario e Questore Reggente, dal 1939 al 1944, aiutò tanti perseguitati politici e tantissimi ebrei (oltre 5000 persone), diversamente destinati ai campi di sterminio, a sottrarsi alla cattura, donando la sua vita per il bene di tutti per una vera e propria “missione superiore”.
Scoperto dai tedeschi fu arrestato con l’accusa di cospirazione con il nemico e condannato a morte. Con la commutazione della pena, fu deportato in Germania nel campo di sterminio di Dachau (matricola 117.826), dove il 10 febbraio 1945, poche settimane prima della liberazione, mori per gli stenti e le sevizie subite.
La redazione
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