VOLLA. Commerciati, imprenditori, proprietari di immobili, tutti vessati dalla Geset (Società appaltante del Comune per la riscossione tributi). Appello all’amministrazione comunale, guidata da Angelo Guadagno: “Siamo vessati dalla Geset, vogliamo pagare i tributi dovuti ma il Comune ci venga incontro, rischiamo di chiudere i nostri esercizi commerciali”.
Interviene l’Aicast imprese Italia, associazione di categoria, affinché il sindaco e l’assessore al Bilancio vengano incontro ai cittadini con forme di dilazione per i pagamenti: “Gli imprenditori la mattina oramai aprono i loro negozi con una spada di Damocle costantemente sul collo – dice Gennaro Russo, responsabile locale di Aicast – siamo in dovere di sollevare ancora una volta il grido di allarme già lanciato nello scorso gennaio.
E’ all’incirca dallo scorso dicembre che vengono emesse delle cartelle esattoriali maggiorate di una quota percentuale spaventosa (circa il 120%) omnicomprensiva di sanzioni, interessi e relative spese di notifica. La nostra critica – prosegue Russo – è rivolta all’amministrazione comunale e in particolare all’assessorato competente per il disinteresse dimostrato da quasi un anno a venire nei confronti dell’operato della Geset”.
Il rappresentante Aicast, Russo dati alla mano snocciola un esempio concreto per rendere l’idea di quello che l’associazione vuole esprimere:
“Per un accertamento di 100 metri quadri dalla Geset al contribuente con relativi addebiti per “omessa od errata dichiarazione”, senza tenere in considerazione alcuna il vecchio censimento commissionato dal Comune nel 2002 e quello fatto dalla stessa Geset nel 2012, per una pertinenza quale può essere una cantina, un box etc etc,, calcolato a ritroso per i 5 anni esigibili per legge, porta al pagamento in fase di concordato con il contribuente di euro 340,00 circa al fronte della somma di euro 200,00 da pagare nel caso che si tratti di Tarsu.
Qualcuno ci potrebbe rispondere che è la legge a prevedere questo – aggiunge Russo – noi siamo tentati dal pensare che chi accerta in modo infedele e per ben due volte è l’ente o chi per esso delegato, e non di certo il solo contribuente, (una sorta di concorso di colpa).
Di conseguenza il dubbio ci assale, al punto di farci avviare una serie di consulenze tecnico/legali, per verificare la liceità di tali richieste, pertanto – conclude – ci mettiamo sin d’ora a disposizione delle imprese e nei limiti del possibile dei cittadini che desiderassero vederci chiaro”.
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