VOLLA. Defibrillatori nelle strutture pubbliche: municipio, polizia municipale, ma anche nelle farmacie, scuole e bar. E’ partito il primo dei corsi in programma per la formazione all’uso del defibrillatore verso personale civile (non medici o paramedici) in particolare insegnanti e forze dell’ordine.
L’iniziativa è stata promossa dall’Asl Napoli 3 Sud, diretta da Maurizio D’Amora, in collaborazione con il gruppo per le emergenze cardiologiche (Giec), presieduto da Maurizio Santomauro, docente di cardiologia alla Federico II, e l’amministrazione comunale, guidata da Angelo Guadagno. Il sindaco, medico del 118, sa quanto sia fondamentale la questione “tempo” in caso di arresto cardiaco, per questo ha voluto che il corso promosso dalla Asl, già diffuso nell’area stabiese, si tenesse anche a Volla. “La defibrillazione precoce praticata prima dell’arrivo del 118 può essere un’arma vincente, in grado di salvare molte vite – dice Guadagno – è dunque importante che la presenza di tali strumenti sul territorio sia ampia e strategica, unitamente però alla formazione delle persone in grado di utilizzarli”.
Nei giorni scorsi sono iniziati i primi corsi: si tratta di una full immersione di un giorno, dove è prevista una prima fase di corso di Primo soccorso e nel secondo step esercitazioni su un manichino e l’uso defibrillatore con un esame finale. I corsi di formazione Blsd (basic life support defibrillation) si tengono presso il distretto sanitario di Volla e sono tenuti Salvatore Criscuolo responsabile della centrale operativa del 118 Napoli Est, il professore Santomauro.
L’iniziativa, parte del progetto Pad (public access defibrillation) , è coordinata dal direttore sanitario della Asl Giuseppe Russo: “Il percorso formativo si pone come obiettivo la lotta alla morte cardiaca improvvisa – dice Russo- durante il corso vengono illustrate le manovre di rianimazione cardiopolmonare, disostruzione delle vie aeree e le modalità di utilizzo del defibrillatore, al fine di una efficace formazione del personale non sanitario.
L’obiettivo è implementare le normali attività del 118 su un territorio in cui le patologie di natura cardiaca risultano tra le prime cause di morte improvvisa e nelle quali i tempi di intervento sono di assoluta importanza per la prognosi dei pazienti. Proprio queste patologie – conclude – sono trattabili con successo con la disponibilità di apparecchi defibrillatori, la cui versione semiautomatica rende possibile l’utilizzo anche a personale non sanitario”.
di Patrizia Panico da Il Mattino area sud-costiera
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