CASTELLAMMARE DI STABIA. La Sottoscritta Organizzazione – scrive Luca Longobardi- fa richiesta di un incontro presso codesta amministrazione per proporre l’istituzione dell’Osservatorio Lavoro a Castellammare.
Tutti le analisi e i rapporti condotti e pubblicati da Centro Studi e Istituti di statistica confermano che la crescita della disoccupazione in Italia è ormai un dato “strutturale e continuativo”. Soprattutto tra i più giovani, la percentuale dei “senza lavoro” è salita al 33,9%, a causa della perdita di 700mila posti di lavoro da inizio anno. La gran parte dei nuovi contratti di lavoro, inoltre, è a termine (circa due milioni e mezzo), cui si aggiungono 462 mila collaboratori. Questa è la fotografia del 2012. Crisi economica e politiche del lavoro sbagliate, dunque, colpiscono i giovani due volte, condannandoli a un presente e a un futuro di strutturale incertezza.
La Cgil, impegnata nella mobilitazione generale per un nuovo Piano del lavoro, è convinta che la lotta all’economia sommersa, tristemente malcelata dietro questi numeri, è condizione preliminare per realizzare una stagione di sviluppo e di diritti, soprattutto in favore di quelle categorie meno garantite e poco raggiunte da adeguati sistemi di welfare e di protezione sociale, a livello sia legislativo e di opportunità territoriali. Ci riferiamo innanzitutto ai lavoratori a termine, in somministrazione, ai parasubordinati, “al nero”; alle tante risorse umane neo-laureate prive di occupazione. Riteniamo che affrontare questo tema sia un segnale importante, da sostenere con comune assunzione di responsabilità, ferme restando le distinte prerogative delle Istituzioni e delle forze sociali.
Insediare un Osservatorio permanente sul fenomeno precarietà e lavoro sommerso può essere uno strumento valido per perseguire l’emersione di settori dell’economia verso condizioni di legalità e tutelare i diritti di tutti i lavoratori. Il sindacato raccoglie da anni le adesioni, le esperienze e le segnalazioni di quella platea purtroppo sempre più ampia di lavoratori inquadrati con forme contrattuali parziali, improprie e “irregolari”, perché non corrispondenti alle caratteristiche, alle mansioni e agli orari di lavoro realmente svolti, o addirittura “al nero”.
Si tratta di situazioni di abuso che il sindacato o i singoli lavoratori, spesso soli di fronte alla controparte poiché non sono nelle condizioni di esercitare alcun diritto alla rappresentanza sindacale, combattono con azioni e vertenze individuali, ma che necessitano di una soluzione politica complessiva e condivisa, affinchè sia davvero efficace, non più rimandabile. Chiediamo quindi la disponibilità ad un incontro”
luca longobardi
La redazione
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