CIMITILE. La Basilica Nova, poi S. Giovanni, nel complesso paleocristiano di Cimitile (Na) cade a pezzi. Vanno in rovina sia i preziosi rivestimenti pavimentali in opus sectile sia la decorazione pittorica a fresco della trichora con le straordinarie pareti palinsesto, dove insistono ben tre strati di antichi dipinti. Le muffe e l’umidità, determinata dalle abbondanti infiltrazioni, stanno distruggendo opere d’arte uniche al mondo nel silenzio delle istituzioni preposte alla tutela del monumento. Nessun provvedimento è stato finora adottato per la conservazione degli apparati decorativi della basilica. A denunciare il gravissimo stato di degrado e incuria dei pregevoli manufatti archeologici e artistici è un gruppo di sei senatori del Movimento Cinque Stelle, capeggiato dal nolano Bartolomeo Pepe, che ha rivolto un‘interrogazione al ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray. Lo scopo dell’atto ispettivo è quello di indagare sulle inefficienze e i ritardi e allo stesso tempo sollecitare iniziative urgenti di restauro.
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta n. 4-01083
seduta n. 134
PEPE , MOLINARI , SERRA , BOCCHINO , MONTEVECCHI , BIGNAMI – Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. –
Premesso che:
nel complesso basilicale di Cimitile (Napoli) è ubicata la Basilica Nova detta di San Giovanni Battista;
l’edificio di culto paleocristiano, edificato tra il 401 e il 403 d.C., fu ristrutturato e utilizzato a scopo funerario tra il VI e VII secolo e riccamente affrescato nel corso dell’alto Medioevo;
nel XIV secolo la chiesa, dedicata a San Giovanni Battista, fu parzialmente ricostruita in forme gotiche: a quella fase architettonica risalgono la facciata e l’arco trionfale dell’abside nonché la sontuosa decorazione murale costituita da un nuovo ciclo di affreschi;
da diversi anni la comunità scientifica e le associazioni culturali del territorio denunciano l’incuria e il preoccupante stato di degrado in cui versano gli apparati decorativi della basilica;
i preziosi rivestimenti in opus sectile delle pareti e del pavimento della splendida trichora, costituiti da pregiati marmi (porfido verde e rosso, rosso antico, pavonazzetto e giallo antico) che formano motivi geometrico-floreali, sono in un avanzato stato di deterioramento;
l’umidità di risalita e la presenza di sali stanno provocando una generale erosione delle tarsie marmoree con una degradazione differenziale molto accentuata, che ha già portato alla disgregazione e alla perdita in alcune aree di materiale con conseguente creazione di lacune, mancanze, fessure e incavi della superficie;
numerosi sono anche i sollevamenti e i distacchi causati dalla pressione a cui sono sottoposte dal basso le lastre marmoree che, a seguito del calpestio su un sottofondo non più omogeneo, hanno portato alla frantumazione e alla perdita di parti di pavimento;
la presenza di lacune nei pannelli parietali ha determinato inoltre un allentamento della coesione tra gli elementi in marmo con conseguente distacco degli intarsi;
in una situazione di grave pericolo si trova anche la decorazione a fresco di eccezionale interesse artistico e documentario, che testimonia la cultura figurativa campana dal VII al XIV secolo;
le scene del ciclo cristologico e i santi vescovi nell’absidiola destra, risalenti all’XI e XII secolo, mostrano enormi guasti derivati dall’azione meccanica delle acque meteoriche e dall’umidità di risalita che hanno causato il dilavamento, la disgregazione e il distacco sia dell’intonaco che della pellicola pittorica;
quasi completamente scomparsi sono anche gli affreschi raffiguranti la Vergine in trono col Bambino e il Cristo nella mandorla risalenti al XIV secolo, attaccati da parassiti biologici e da vistose efflorescenze saline che ne hanno alterato l’immediatezza comunicativa e disgregato completamente il substrato;
risulta agli interroganti che il deplorevole stato di conservazione delle pregevoli opere d’arte sia stato più volte comunicato alla direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania, alla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei e alla Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico di Napoli e provincia, ma che nessun intervento sia stato progettato o effettuato, mortificando ancora una volta il ruolo, l’immagine, la missione del dicastero indirizzata alla tutela, alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale nazionale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover chiarire i motivi dei ritardi e delle inefficienze evidenziate, che rischiano di compromettere in modo definitivo e irreversibile significative testimonianze artistiche di un sito storico e archeologico unico al mondo;
se intenda assumere iniziative urgenti a salvaguardia dei pregiati rivestimenti in opus sectile e delle pitture murali della Basilica Nova.
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