MARIGLIANO. Il monumento rinascimentale versa da decenni in uno stato deplorevole di abbandono mentre l’avanzato degrado architettonico fa temere addirittura crolli e danni irreversibili alle strutture.
Tutti se ne lavano le mani e giocano a scaricabarile mentre le opere d’arte di proprietà della congrega laicale sono preda di guasti, deterioramento, dispersioni e furti.
Il Movimento Cinque Stelle alza forte la voce di protesta contro il degrado del patrimonio culturale che è un bene collettivo non solo per Marigliano ma per tutta l’Italia. Con un’interrogazione parlamentare, il vicepresidente della Camera, Luigi di Maio, chiede chiarimenti urgenti e dettagliati sulla vicenda al Ministro per i beni e le attività culturali, Massimo Bray.
LUIGI DI MAIO. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:nel 2006, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali annunciò, con carattere di priorità, lo stanziamento di 250.000,00 euro per opere provvisionali di consolidamento e di restauro architettonico della chiesa rinascimentale della Santissima Pietà e San Lazzaro nel comune di Marigliano
(Napoli): edificio di notevole interesse storico, artistico, architettonico, dichiarato inagibile con ordinanza n. 139 del 19 ottobre 2000 per un aggravamento del quadro statico complessivo, determinato dai dissesti
provocati dagli eventi sismici del 1980/81 e dagli eventi alluvionali e meteorologici, registrati nel 1999/2000 e successivamente nel 2004 e nel 2006;
i fondi assegnati dovevano essere utilizzati per il consolidamento delle strutture murarie verticali e degli ipogei, la manutenzione della cupola e delle capriate lignee del tetto, nonché per il restauro dell’interno della navata, ornata con stucchi e partiti decorativi settecenteschi;
un ulteriore contributo di 50.000,00 euro, inoltre, veniva destinato dal Ministero per la messa in sicurezza e per interventi conservativi sul patrimonio storico-artistico della chiesa, in particolare per l’arredo ligneo
barocco minacciato dall’umidità e dal massiccio attacco di insetti xilofagi: interventi immediati di conservazione dovevano essere approntati per gli stalli confraternali, le porte intagliate, la cantoria dipinta, l’urna di san Liberatore e l’antica suppellettile liturgica, che rischiavano di essere
perduti per sempre;
constatata la situazione di avanzato degrado, la soprintendenza per i beni architettonici e per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico di Napoli e Provincia dispose – in attesa di provvedimenti e interventi risolutivi – la realizzazione di un impianto di raccolta e
canalizzazione delle acque meteoriche dalle coperture, costato 25 mila euro e rivelatosi negli anni insufficiente e inadeguato a contrastare le abbondanti infiltrazioni d’acqua nelle strutture
sottostanti;
disattendendo però l’attività di indirizzo dell’amministrazione centrale, la direzione per i beni culturali e paesaggistici della Campania cancellò inspiegabilmente dalla programmazione 2007 le risorse annunciate e appostate per l’intervento, già segnalato come prioritario;
in tempi recenti, il progetto di restauro dell’edificio monumentale è addirittura scomparso dalle proposte della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico e
etnoantropologico di Napoli e provincia e dai piani annuali e pluriennali della direzione per i beni culturali e paesaggistici della Campania, ma anche dagli interventi straordinari finanziati con i proventi derivanti dal gioco del lotto, nonché dagli altri strumenti di programmazione relativi, ad esempio,
alla valorizzazione del patrimonio culturale campano nell’ambito dei progetti comunitari 2007-2013;
la mancata realizzazione delle previste opere di restauro ha accentuato le condizioni di degrado architettonico e di fatiscenza delle fabbriche monumentali;
negli ultimi mesi, tra rimpalli di responsabilità, il pessimo stato di conservazione, già ampiamente noto all’amministrazione dei beni culturali attraverso ispezioni, relazioni, verbali e perizie di diversi funzionari, si è così aggravato da porre in pericolo l’esistenza stessa del bene culturale –: se intenda chiarire sui motivi delle disfunzioni e delle inefficienze relative al mancato recupero della chiesa rinascimentale della Santissima Pietà e San Lazzaro di Marigliano (Napoli);
se ritenga ammissibile che un bene architettonico di valore inestimabile venga abbandonato al degrado e al disfacimento dalle stesse istituzioni statali preposte alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale;
se intenda intervenire con urgenza ripristinando le risorse finanziarie cancellate allo scopo di salvaguardare tale importante monumento dalla distruzione a cui sembra inesorabilmente condannato.
La redazione
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