venerdì 20 Settembre 2024

<> FIRMA

Dove sono andate a finire le insegnanti di una volta? Quelle che solo alla vista incutevano rispetto?

Quelle che avevano un metodo didattico “ampio” che abbracciava tutti gli assi del funzionamento del bambino; cognitivo, verbale, emotivo, affettivo, relazionale e baciava quello motorio, corporeo,
ludico-ricreativo fino a salutare l’educazione civica, musicale e l’economia domestica…

Si ricordano ancora le passeggiate in cortile, fuori scuola, con la maestra alle elementari e il suo fischietto al collo, ci faceva camminare in fila per due, in fila per tre, in fila per quattro e poi uno, due, tre apri-chiudi braccia, uno, due, tre mani-spalla-alto-basso, uno, due, tre saltella con un piede-gambe divaricate e tutti a terra con la palla… lancia dai! Passatempo, pause con la tuta blu da ginnastica e scarpette, beh! Non c’è paragone con i bambini di oggi che mangiano perfino in classe, senza fare mai una pausa divertente.

Erano severissime le insegnanti di una volta, mia madre, ad esempio, non si sarebbe mai permessa di confutare i suoi metodi di insegnamento, sapeva che erano validi? No, mia madre rispettava l’insegnante. Una generazione, la mia degli anni ’70 alle elementari, fortunatissima.
Ed erano scuole statali, che si comportavano come le migliori scuole private di oggi, le più costose.
La disciplina, innanzitutto, e il rispetto delle competenze professionali oggi è in via di smaltimento rifiuti.
Sappiamo tutto di tutto e di tutti, sappiamo fare tutto e ci sembra che una laurea non ha più valore, per chi ce l’ha e per chi la guarda in mano all’altro, anche una casalinga oggi sa fare l’insegnante, sa competere con uno psicologo infantile, con il preside, con un terapista del bambino.

Spesso la parola di una mamma dedita alla religione di maria de filippi piuttosto che quella di forum o domenica in diventa più autorevole dell’insegnante stesso, tanto che si deve smuovere un’intera Equipe Multidisciplinare degli Enti competenti territoriali per risolvere una semplice questione di nota familiare: <> E alla firma, deve seguire una riunione dei vertici alti, sennò denuncio.

Oggi, ci lamentiamo di tutto, la tolleranza è ai minimi termini, siamo tutti stressati, non si ride più, mandare un figlio a scuola non è più un piacere, no, è una guerra all’insegnante, alla scuola, alle istituzioni tutte.

D’altro canto, la controparte offesa è spesso indifesa, non ha più la “forza professionale” dettata dalle sue competenze, perchè? Perchè gli insegnanti oggi sono stanchi e poco motivati, poco creativi, poco sorridenti, poco divertenti.

E’ d’obbligo allora la moda del momento, l’avviso importante per l’insegnante, in tempo di fb e messaggi via web, le mamme di oggi comunicano con le insegnanti attraverso post-it sui quaderni, scambievolmente si rispondono tra loro, magari si domandano: che cucini oggi? Oh, non saprei, magari il sugo…dov’è il bambino? Dove è il suo rispetto ? Dov’è la sua tutela?

FUORI, CON IL SUO QUADERNO DI NOTE IN MANO, COME UN PICCIONE VIAGGIATORE…FIRMA.

Di Teresa Petrarca, d.ssa ASL neuropsichiatria infantile

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