ROCCARAINOLA. Dopo la denuncia pubblica lanciata dal nostro gruppo Rifiutarsi, lo scorso maggio, la questione Cava Papa arriva finalmente in Parlamento. Il deputato Massimiliano MANFREDI ha da pochi giorni presentato un’Interrogazione Parlamentare a risposta tramite Question Time in Commissione Ambiente.
Dopo averla sollecitata in prima persona, abbiamo avuto la possibilità di partecipare alla stesura del testo anche noi di RIFIUTARSI in collaborazione con il COMITATO PER LA DIFESA DELL’AGRO NOLANO.
Cava Papa rappresenta una vera e propria emergenza ambientale e sanitaria che l’Agro Nolano si trascina avanti da più di 30 anni. Infatti la suddetta cava, che si trova in località Difesa nel Comune di Roccarainola, dagli anni ’80 e fino al 2000 è stata vittima di sversamenti di rifiuti tossici e industriali.
La cosa più imbarazzante è che su Cava Papa esiste una sentenza definitiva del Tribunale di Nola del 2008. Nella sentenza si parla di 500 mila metri cubi di solventi chimici, residui di fonderia, metalli pesanti e numerosi bidoni – che non si è riuscito a capire cosa contengano – presenti sul fondo della cava.
Il problema è che l’avidità dei “soliti ignoti” li ha portati a scavare così in profondità da mettere in contatto il fondo della cava con la falda acquifera. Prova ne è un laghetto, dall’aspetto innocuo, che compare ogni anno verso maggio, per poi riscomparire verso settembre-ottobre.
Le indagini della magistratura hanno appurato che purtroppo non si tratta di un lago d’acqua piovana. Infatti, la superfice del lago è in costante movimento poiché in collegamento con la falda sotterranea. Il comune di Roccarainola si era offerto di bonificare il sito già nel 2006, ma ad oggi non è stata intrapresa alcuna azione di risanamento per mancanza di fondi rinviando il compito della bonifica dell’area alla Regione Campania. Nel frattempo la cava continua a rilasciare sostanze tossiche nell’acqua di falda in un’area che è intensamente abitata e coltivata.
Ecco il testo dell’Interrogazione :
“ — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere –
premesso che: nel 1998 nel territorio del comune di Roccarainola fu realizzata, in una ex cava, una discarica non autorizzata di rifiuti di varia natura, conferiti mediante una condotta di accumulo ripetuta e costante nel tempo che ha determinato l’inquinamento del sito collocato su un’area di proprietà privata localizzata in via Difesa;
in particolare, dalle analisi eseguite sui materiali rinvenuti nell’area, sono emerse concentrazioni di metalli pesanti, eccedenti i limiti stabiliti dal decreto ministeriale n. 471 del 1999 e quantità dosabili di idrocarburi aromatici Inoltre, dalle analisi eseguite sulle emissioni, gassose presenti sul sito, è emersa la presenza di ammoniaca, di monossido di carbonio, di acetato di etile, di xileni e di etilbenzene, mentre dalle analisi eseguite su campioni di acqua prelevate dai pozzi di Castel Fellino e, presso il confine ovest della discarica, è emersa la contemporanea presenza di metalli pesanti e decomposti organici cancerogeni;
il commissario di Governo per l’emergenza rifiuti, con nota 11967 del 22 maggio 2007 ha trasmesso al comune di Roccarainola le risultanze di una indagine condotta sul sito da cui emerge che «il sito in oggetto non è adatto ad essere utilizzato come discarica controllata. Si precisa ancora che l’area in oggetto costituisce attualmente un sito fortemente inquinato che richiede un sollecito e radicale intervento di bonifica se non si vuole compromettere altre aree limitrofe e le falde della piana campana che hanno origine da massiccio carbonatico a monte della cava in oggetto»;
con la sentenza n. 188/08 R.G. sentenza del 28 marzo 2008 il tribunale di Nola ha sancito gli obblighi di bonifica e messa in sicurezza ai sensi dell’articolo 257 del decreto legislativo n. 152 del 2006 in capo ai soggetti che hanno cagionato l’inquinamento; con la stessa sentenza il tribunale individua quali responsabili dell’inquinamento i locatari dell’area in questione, benché i reati ad essi ascritti risultino estinti per intervenuta prescrizione; su reiterati solleciti del Comitato per la difesa dell’agro nolano — parte civile costituita nel processo de quo — la prefettura ha inoltrato, tra settembre 2010 e marzo 2012 bei sei solleciti alle istituzioni competenti affinché procedessero alle azioni necessarie a consentire la bonifica e la messa in sicurezza del sito, senza ottenere alcun esito;
infine, la provincia di Napoli, nel febbraio 2013 ha adottato la determinazione dirigenziale n. 1422 a sensi dell’articolo 244, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006 in cui ingiunge ai responsabili dell’inquinamento di «provvedere alla bonifica del sito insistente sul territorio del comune di Roccarainola in località Pelvica — sito Difesa — (…) nei modi, nei tempi e secondo le procedure operative ed amministrative stabiliti dal titolo V del decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152»;
ad oggi non risulta avviata da parte del soggetto obbligato nessuna attività preordinata alla bonifica del sito in commento mentre le procedure previste dalla legislazione vigente in materia di bonifica di siti inquinati a carico delle pubbliche amministrazioni interessate risultano, di fatto ad un punto morto; il sito contaminato ricade in una zona estremamente inquinata, il litorale domizio flegreo ed agro aversano, prima classificata come sito di interesse nazionale (SIN), divenuto ora sito di interesse regionale a seguito dell’entrata in vigore del decreto ministeriale 11 gennaio 2013;
tale zona come evidenziato nel piano per le bonifiche regionale, per estensione e livello di contaminazione rappresenta una delle zone maggiormente compromesse per l’insistenza contemporanea di più siti inquinati e potenzialmente inquinati con vaste aree che necessitano d’interventi di messa in sicurezza d’emergenza; il 7 giugno 2013 il comune di Roccarainola ha comunicato l’impossibilità di svolgere qualsiasi attività di caratterizzazione e bonifica del sito per mancanza di fondi, chiedendo al contempo che l’opera sia realizzata dalla regione Campania;
ad oggi, dopo cinque anni dalla sentenza, ancora nessuna istituzione interessata sembra voler affrontare il problema della messa in sicurezza del sito che continua a scaricare in falda sostanze cancerogene nonostante anche le ripetute denunce pubbliche riprese dalla stampa locale e nazionale di attivisti ed associazioni, in particolare del gruppo Rifiutarsi –: se il Ministro non ritenga urgente assumere ogni iniziativa di competenza, di concerto con la regione, affinché si possa procedere alle opere di bonifica e messa in sicurezza del predetto sito e se sia intenzione del Governo ripensare l’esclusione dai siti di interesse nazionale del litorale domizio flegreo e agro aversano, avvenuta con decreto ministeriale dell’11 gennaio 2013, in considerazione della pericolosità della situazione e delle ripercussioni ambientali e sanitarie nel territorio interessato molto vasto e dedicato all’agricoltura e alla zootecnia. (5-00916)”.
Il testo dell’Interrogazione Parlamentare prevede l’obbligo di risposta da parte del Ministro dell’Ambiente, Andrea ORLANDO.
Ecco una foto della cava tossica :
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=612637612090267&set=a.420297947990902.90529.371677006186330&type=1&theater
Rifiutarsi
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