mercoledì 2 Ottobre 2024
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Un successo “La pecora nera” di Ascanio Celestini all’ “Amorosi Teatro Festival”

Si è tenuta, dal 6 al 15 luglio ad Amorosi (BN), la quarta edizione dell’ “Amorosi Teatro Festival” che si disloca in quattro splendidi cortili della cittadina beneventana: Cioffi, Pontillo, De Capua e Castello Baronale.

La kermesse, quest’anno, è dedicata a Franca Rame, l’attrice scomparsa da poco e simbolo del teatro e della cultura italiana e soprattutto portavoce di un impegno civile che ha visto la moglie di Dario Fo protagonista per anni di numerose lotte in difesa delle donne, le vere donne che combattono ogni giorno per “proclamare” la propria dignità e unicità.

Le mostre, le letture, gli eventi teatrali e performativi nascono, in questa quarta edizione, sotto il segno della “follia”, quell’alienazione mentale che è però sempre in rapporto con la ragione, che anzi la costituisce. Per cui è fondamentale la condivisione tra pubblico e attori per mostrare questo percorso alquanto contorto, ma che è alla base dell’arte.

A tal proposito, il 13 luglio, nella graziosa cornice del cortile Cioffi, è stata la volta di Ascanio Celestini, il talentuoso e originale attore, regista, scrittore e drammaturgo romano che ha rappresentato, con leggerezza, ironia e delicatezza la sua opera, forse più riuscita: “La Pecora Nera. Elogio Funebre del Manicomio Elettrico”.

Una prosa poetica contemporanea che è frutto di un lungo lavoro, anzi di un vero e proprio viaggio che l’attore ha compiuto negli ex manicomi italiani e che non solo è un atto di accusa ad una controversa istituzione e più in generale alla società italiana (quello “spettacolo nero” rappresentato dal consumismo, dalla pubblicità, dal degrado), ma è anche e soprattutto un elogio, come appunto, suggerisce il sottotitolo. Un elogio funebre, una rappresentazione paradossalmente brillante della complessità del “mondo dei pazzi”.

Il protagonista è Nicola, che racconta la sua vita, il suo mondo, il manicomio, e un altro mondo, quello interiore, fatto di immagini, ricordi, colori e sapori dei “favolosi anni 60” che hanno accompagnato la sua esistenza.

Scenografia sobria, austera, monologo narrante coinvolgente, gradevole, poetico: questi gli ingredienti fondamentali del teatro di narrazione di Ascanio Celestini che ha divertito e commosso tutta la platea.

La serata si è infine conclusa con l’intervento dell’assessore alla cultura Claudio Ferrucci che insieme agli organizzatori dell’evento (l’associazione “Tabula rasa”) ha introdotto due esponenti dell’ A.N.P.I, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, i quali hanno consegnato all’attore un attestato di riconoscimento per l’impegno e l’attenzione verso tematiche sociali e culturali volte a costruire una coscienza civile libera e consapevole.

FOTO ALESSANDRO PONE

Annalisa Nuzzo

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