Le foto di Antonio Angri, sommese, cresciuto a base di tammurriate, educato alle tradizioni popolari e laureato in Beni culturali, da qualche tempo spopolano sul social network Facebook, a lui il merito di aver fatto ricoprire ai sommesi alcuni dei suoi tesori. Con le sue gallerie cominciamo un piccolo viaggio nelle bellezze storico, culturali e architettonici di Somma Vesuviana.
Prima tappa l’antica chiesa di Rione Trieste che sorge a via Costantinopoli.
“Da piccola edicola diventò cappella e poi chiesa e da chiesa passò a parrocchia. Il Capitello, storico di Somma, nella sua opera edita nel 1705, fa risalire la sua costruzione all’imperatore Baldovino II.
Nella parte posteriore, cinta da una tradizionale siepe, aveva un territorio la Casa Santa dell’Annunziata di Napoli, e la stessa aveva sempre curato il mantenimento di detta cappella.
Nel 1605, a cura di due persone devote a nome di Giacomo Capuano e Clerico Marco, con l’oblazione dei fedeli della zona, con il contributo della Casa dell’Annunziata di Napoli e con il permesso dell’allora vescovo Fabrizio Gallo, venne ricostruita molto più grande, pressappoco nelle dimensioni attuali.
Fu in questo periodo che fu costruito lo stabile che ancora oggi si conserva; il tempio fu adornato di quadri e suppellettili varie e fu apposto al di sopra del portale di ingresso il bellissimo rilievo dello stemma marmoreo, coronato di stucchi barocchi, della reale Casa dell’Annunziata.
A conferma di ciò abbiamo infatti del 13 luglio 1615, un documento, riportato da G.B. D’Addosio, in cui si legge che il governo dell’Annunziata di Napoli paga 10 ducati a tale Scipione Galluccio “a conto de la manifattura de uno altare di marmore che haverà a farsi nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli di Somma”.
(ROMANO Vincenzo, “La chiesa vecchia di S. Maria di Costantinopoli”, in «Summana», 1985, n. 5, pp. 14-15)
Antonio Angri
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