lunedì 23 Settembre 2024
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Somma. “Le spregevoli consuetudini della politica locale”

Riceviamo da un nostro lettore, il dottor Pietro Albano, una lettera sulla campagna elettorale che pubblichiamo ritenendo che possa essere di spunto di riflessione in vista delle imminenti elezioni

Con il passare dei giorni Somma Vesuviana si avvia verso nuove elezioni amministrative in un clima di apparente tranquillità, incurante di aprire una seria riflessione pubblica sulle cause della profonda crisi che coinvolge la politica locale.
Forti delle utili “scartine” di turno e di nuovi portatori d’acqua, le solite facce di bronzo, da tempo hanno iniziato le “grandi manovre” elettorali, intensificando iniziative clientelari, tese ad accaparrarsi il consenso in cambio di privilegi personali; come in campagna acquisti, hanno messo a segno sensazionali colpi di mercato comprando “coscienze storiche” locali, sicuri ancora una volta di orientare il voto della prossima campagna elettorale.
Il meccanismo e’ diabolico, efficace e perfetto, trascina l’elettore nell’ oblio con un canto di sirene che va dal privilegio personale alle mirabolanti promesse; tale sistema non predilige programmi chiari e trasparenti, tende invece a mantenere torbide le acque, operare nel tenebroso sottobosco delle contrattazioni tra “compari” e “comparielli”, uscir fuori con candidature dell’ultima ora e soprattutto con il Sindaco dell’ ultimo minuto: brillante, vincente e pronto per l’uso.
Cari Lettori, come sempre ci si sveglia tardi, arginare adesso la macchina del voto ordita dalle oligarchie paesane e’ praticamente impossibile. Una piccola cosa però è ancora possibile fare: denunciarlo in piazza o gridarlo a squarciagola sul giornale, sperando che un briciolo di dignità percorra ancora i lugubri sentieri delle loro coscienze e almeno arrossiscano al cospetto di cittadini perbene.
● Grideremo il deplorevole modo di fare voti praticato da “mestieranti” della spicciola politica locale, furbi, infidi e sospettosi preferiscono il “tête à tête” con l’elettore al discorso in pubblica piazza.
● Grideremo che poi li ritrovi seduti nei banchi del consiglio comunale, sempre eletti per 40 anni, senza averli mai visti intervenire in assemblea o dal palco di un comizio
● Grideremo che nell’arco della loro lunga carriera amministrativa non hanno esitato di migrare da un partito all’ altro, purché più profittevole, forti di un pacchetto di voti e di un sempreterno “pensiero politico” “Il pagnottismo”.
A tal proposito proveremo a descrivere quali ignobili espedienti adottano questi personaggi pur di raccattare qualche voto. Sono ridicole e vergognose consuetudini che puntualmente si ripetono in questo periodo.
IL VOTO PORTA A PORTA – IL voto porta a porta è di antica tradizione, faticoso e dispendioso, ma se praticato con gli strumenti giusti puó dare risultati strabilianti. I maestri di questa tecnica sono i vecchi marpioni della politica, poco amanti dei discorsi in pubblico (quando lo fanno preghi Iddio che smettano subito), poca cultura, hanno scarse possibilità di carriera e di solito rimangono consiglieri comunali a vita. Passano quasi inosservati durante la campagna elettorale, eppure raccolgono consensi in ogni tornata, sempre eletti e sempre con tanti voti. Il loro terreno di conquista è il ceto medio-basso, famiglie numerose con problemi economici e sociali in cerca di qualche santo in paradiso che allevi le loro pene. In queste condizioni i marpioni trovano ampie praterie per ammaliare i poveri malcapitati. Bravissimi nel mantenere viva l’aspettativa del favore, ostentano amicizie importanti, improbabili scorciatoie burocratiche, intrallazzi di vario genere e soprattutto promesse impossibili da mantenere. Preferiscono incontri serali, al riparo da occhi indiscreti, al calar delle tenebre entrano nelle case della povera gente ed in cambio di qualche voto son capaci di offrire qualsiasi servigio: Un posto di lavoro? Una pratica di pensione? Un intrallazzo amministrativo? Una invalidità fittizia? una cartella esattoriale da pagare? Nessun problema, il marpione ha sempre “un fraterno amico” in ogni Istituzione, una “chiave sicura” in grado di risolvere tutto.
IL VOTO DEL CARO ESTINTO – La vita ci riserva imprevedibili sorprese ed una sola certezza: prima o poi dovremo morire! Pero’, se ti capiterà di morire durante la campagna elettorale, allora puoi ritenerti veramente “fortunato”, non importa se avrai 18 o 98 anni, se sei stato onesto o malfattore, se pezzente o possidente, il tuo funerale sarà un successone. E’ una spregevole consuetudine, dei nostri candidati amministrativi, quella di presenziare in massa i funerali che capitano in questo periodo, più il povero defunto appartiene ad una famiglia numerosa, più folta è la loro presenza. Con i vestiti delle belle occasioni, occhiali scuri e sguardo funereo, li ritrovi tutti schierati davanti alla casa del povero “fortunato”, da attori consumati attirano l’ attenzione con imbarazzanti sermoni ed i più bravi riescono anche a lasciarsi scappare la lacrimuccia. I funerali, in campagna elettorale, rappresentano solo una lugubre fiction ripetuta identica tutte le volte,
IL VOTO AL BAR – Il caffè è sempre stato un luogo di piacere lecito, di dibattito, di novità, di manifestazioni, di esibizione, un vero teatro della città. Ancora oggi riveste un’importanza pubblica dove si svolgono più o meno tutti gli interessi cittadini, e dove, come ci indica anche il Goldoni, “in una sola serata si puó raccogliere la sensazione delle pulsazioni cittadine”. Montesquieu, storico e politico francese, diceva « Il Caffe’ e l’unico luogo dove il discorso crea la realtà, dove nascono piani giganteschi, sogni utopistici e congiure anarchiche, senza che si debba lasciare la propria sedia».
Nei piccoli paesi di provincia l’espressione “andare a prendere un caffè”, ha assunto nel tempo un significato che va ben oltre il semplice senso letterale, il bar è genericamente considerato come luogo di ritrovo e di confronto, di relazioni sociali e di scambio culturale. Fucina dell’opinione pubblica paesana, in campagna elettorale essi diventano il fulcro della sfera pubblica rappresentativa: lì puoi tastare il polso ai pretendenti della poltrona consiliare e capire se sono sugli altari o nelle ceneri.
Per tale motivo i caffe’, in questo periodo, sono presidiati dai candidati fin dalle prime ore del mattino. Prendere un caffè in santa pace e pagartelo, in questi giorni, è praticamente impossibile, c’è sempre qualcuno che attenta la tua dignità pensando di comprare il tuo voto al costo di 1 euro… Un consiglio: il caffè o lo prendi a casa oppure cambi Comune.
In conclusione, cari lettori, e’ ben comprensibile lo stato d’ animo che vi accompagnera’ alle elezioni fra qualche giorno, provate a reagire, rimuovete l’ alone di polvere che copre le vostre coscienze, sollevate l’ orgoglio di un popolo antico che, mai domo, ha lottato nei secoli, senza schiavi né padroni. Indagini socio-culturali rilevano che sul territorio campano solo il 10-15 % degli elettori (a Somma Vesuviana saranno circa 3000) puo’ esprimere un voto libero e di opinione; chi sono queste persone?
Sono cittadini che vivono del proprio lavoro, senza favori, senza scorciatoie e sudano sette camicie per far quadrare i conti, non importa se studenti o contadini, se artigiani o commercianti, se impiegati o professionisti, credono nel merito e non devono nulla a nessuno; sono persone serie, ricche o poveri che siano, si alzano ogni mattina e vanno a lavorare per produrre ricchezza, convinti che solo con le proprie forze possono difendere sé stessi, il loro patrimonio e la loro famiglia. Ebbene sì, a questi cittadini bisogna rivolgere l’ultimo appello, affinché non facciano a meno di riflettere, capire, valutare attentamente la serietà e le capacità di chi dovrà governare la città nei prossimi cinque anni.
Solo i Comuni che attueranno politiche dinamiche, che si apriranno spazi di programmazione e sinergia, che attueranno reti aggregative di cooperazioni virtuose, saranno risparmiati dall’inesorabile crisi sociale. Le unioni di Comuni, infatti, basate sul mantenimento dell’identità del municipio, daranno vita ad una nuova dimensione del locale e sarà il solo modo di garantire servizi di base.
Solo Sindaci capaci di sostenere nuove responsabilità di tipo manageriale con iniziative tese a creare economie fondate sulle specificità del luogo, valorizzando risorse umane, storiche e ambientali, potranno sperare di far sopravvivere il loro territorio in piena autonomia.
In virtù di quanto detto sopra, cari 3000 elettori “indipendenti”, affidiamo al vostro libero arbitrio le sorti di Somma Vesuviana, consapevoli che non potrà più esserci spazio per i soliti “Vassalli” o per i “Cetto Laqualunque” di turno.

La redazione

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