Una “lottizzazione”, quella degli scrutatori, che a Somma Vesuviana ha aperto una discussione politica la scorsa primavera, e che ha visto il candidato sindaco, Lorenzo Metodio, sottoscrivere, sostenuto da tanti cittadini e politici, una petizione affinché gli scrutatori fossero scelti da un sorteggio. Una proposta snobbata e mal vista dall’amministrazione uscente Allocca, e che venne commenta nel consiglio dello scorso marzo, con ‘aspre’ discussioni. Il no della maggioranza alla richiesta di approvazione del sorteggio pubblico, venne sottolineata dal capogruppo consiliare del Pdl: “Attuando l’attuale legge, non stiamo facendo niente di illegale. Siamo disponibili al miglioramento del sistema, ma il sorteggio non sempre garantisce l’uguaglianza sociale”. A cavalcare l’onda del malessere, oggi torna il Nuovo Psi sommese, che a distanza di quattro mesi smuove le acque: “L’amministrazione Allocca boccia il sorteggio, ma il Nuovo PSI non ci sta – e proseguono -Troviamo inaccettabile che la Commissione elettorale comunale debba nominare gli scrutatori di seggio, a discrezione propria, attenendosi alla chiamata diretta e non casuale, nonostante l’amministrazione Allocca si trovi nella piena e lecita posizione di scegliere di svolgere tale operazione mediante il sorteggio pubblico. E’ un dato di fatto che i comuni abbiano la facoltà di applicare l’art. 9, comma 4, della legge n. 270 del 21 dicembre 2005, secondo il nostro parere antidemocratico e lesivo per la cittadinanza. Il Nuovo PSI, spinge in direzione di un’ordinanza ad hoc allo scopo di attuare, già in questo momento elettorale, il sorteggio come strumento per la scelta degli scrutatori di seggio”. La modifica elettorale richiesta anche in una prospettiva di “trasparenza e serietà” è, per i candidati in corsa a sindaco, l’elisir di lunga vita per un’amministrazione che operi a favore di tutta la comunità, ed in particolare degli ultimi o dei più bisognosi, ed il candidato sindaco, Lorenzo Metodio (La città cambia) così commenta: “Siamo d’accordo con il nuovo Psi ma ci chiediamo: con un assessore in giunta fino alla settimana scorsa perché non è stato fatto e detto nulla? E dove sono stati in questi mesi quando noi abbiamo girato la città in lungo e in largo per far firmare una petizione che chiedeva il sorteggio pubblico degli scrutatori? Non ci è arrivata una sola parola di sostegno da loro. Ora, ovviamente, siamo in campagna elettorale e fa comodo parlarne”. Ad essere contestata è la legge elettorale n°270/2005 , per quanto concerne la nomina a scrutinatore, novità la modifica dell’ Art.6 della L.95/1989, che ha introdotto una nuova procedura che prevede la nomina degli scrutatori con scelta diretta della Commissione Elettorale Comunale. Una procedura che ha scatenato diverse opinioni, come quella del candidato sindaco Pasquale Piccolo (Aurora), che afferma: “Conosco bene la normativa e quanto la legge prevede in merito alla nomina degli scrutatori, ma considerato che il ruolo non richiede particolari attitudini, sono orientato al sorteggio soprattutto in favore di disoccupati. Già mesi fa, quando il comitato dei giovani rappresentato da Lorenzo Metodio avevo sottoscritto la petizione, mi dicevo favorevole al sorteggio casuale per la composizione o, e con ben più favore, attingere da una lista di disoccupati i nominativi, offrendo cosi un po’ di sollievo a famiglie bisognose, considerando che oggi anche 120 euro danno il loro sollievo”. Secondo l’unica donna in lizza alla fascia sindaco, Paola Raia (Pdl): “Il sistema più corretto e trasparente per la scelta degli scrutatori è e rimane il sorteggio. Ogni altra soluzione va in contrasto con i principi di correttezza e trasparenza dell’attività amministrativa. Auspico che l’attuale amministrazione proceda al sorteggio pubblico per la scelta degli scrutatori”. Giuseppe Auriemma, l’uomo del Pd in corsa allo scanno amministrativo dichiara: “ Non ci stupisce la scelta presa dall’amministrazione uscente, che è in piena continuità con lo stile e il modo di intendere la politica che hanno manifestato lungo il percorso di questi anni e che non coniuga il fare politico e il fare amministrativo con il bene di tutti. La città cresce soltanto se insieme di guarda al bene che abbiamo in comune. E esiste una legge così come è stato evidenziato da altre forze politiche non vedo perché dimostrarsi fuorilegge”.
Maria Beneduce
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