domenica 22 Settembre 2024
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Omicidio Melania Rea, alla base del delitto ci sarebbe un rapporto sessuale negato

“Un rapporto sessuale negato”. Sarebbe questo il movente che avrebbe scaturito la follia omicida di Salvatore Parolisi nei confronti di sua moglie Melania Rea. Sono queste, in sintesi, le motivazioni della sentenza con cui il Gup del tribunale di Teramo, Marina Tommolini, ha condannato all’ergastolo il caporalmaggiore Salvatore Parolisi per l’omicidio di Melania Rea, uccisa con 35 coltellate il 18 aprile 2011 in un boschetto a Ripe di Civitella in provincia di Teramo.Dunque cadono per la magistratura le ipotesi che vedrebbero al centro dell’efferato delitto i presunti segreti in caserma o le altre donne. Secondo il giudice si è trattato di un delitto d’impeto di un uomo sofferente nei confronti della donna ritenuta la “figura dominante” della coppia. L’omicidio, sempre secondo il magistrato, si sarebbe consumato in pochissimo tempo. Parolisi avrebbe seguito la moglie impegnata ad urinare al chiosco del boschetto di Ripe di Civitella. A quel punto il caporale avrebbe preteso un rapporto sessuale. Il rifiuto della moglie, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe armato la mano di Parolisi il quale avrebbe colpito la donna con il coltello a serramanico che aveva in tasca.
Dal quel momento in poi comincia il siparietto mediatico di Salvatore Parolisi il quale, sempre secondo la Tommolini, “nel tentativo di allontanare i sospetti ha fornito, con proprie dichiarazioni e interviste televisive, una mole di menzogne che, inconsapevolmente, hanno costituito una sorta di confessione”. Il magistrato ha anche citato il rapporto tra il caporalmaggiore e la sua amante Ludovica Perrone. Un rapporto che in quasi due anni dal (2 settembre 2009, data presumibile dell’inizio del rapporto, al 27 aprile 2011) avrebbe visto i due amanti scambiarsi 5395 chiamate e 4012 sms. Inoltre il magistrato, che ha definito Parolisi “subdolo e violento”, ha anche messo in evidenza il fatto che il caporalmaggiore non si sia pentito per l’accaduto. Non solo, ma sempre secondo la Tommolini, perfino “l’improvviso attaccamento alla figlia desta più di un sospetto di autenticità”. Al momento non ci sono dichiarazioni della difesa di Parolisi né tantomeno delle parti civili costituitesi nel processo a carico del condannato.

La redazione

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