lunedì 30 Settembre 2024
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Sant’Anastasia – Serra l’hotel “Casa del Pellegrino”: in sette sulla strada, interviene la mediazione della politica anastasiana.

“L’albergo chiude, i dipendenti a casa. Vergogna” attraverso due striscioni affissi davanti le cancellate del santuario, i dipendenti licenziati annunciavano lo scorso 10 dicembre alla comunità anastasiana, che un’altra realtà lavorativa del territorio, l’albergo “Casa del Pellegrino”, serrava i battenti. Un lungo momento di stasi ha avvolto la questione, poi la svolta è avvenuta lunedì 27 dicembre nel corso dello svolgersi dell’ultimo civico consesso di questo anno. Nel corso dei lavori il consigliere del Pd Franco Casagrande ha chiesto all’assemblea di aprire una discussione sulla chiusura dell’ albergo “Casa del Pellegrino”: La discussione è stata molto partecipata e la cosa piacevole è che si è trovata anche una proposta. La decisione ha visto le diverse parti politiche presenti alla pubblica assise, convergere nel comporre una delegazione rappresentata da due esponenti di maggioranza, e due di opposizione che dovranno recarsi dal priore del santuario e “intercedere per un’intesa che possa restituire il lavoro” ai sette dipendenti licenziati in tronco. “La discussione andava affrontata, purtroppo lo abbiamo potuto fare solo ora, ma è doveroso che la politica faccia tutti i suoi passi – dice il consigliere Casagrande – affinché si possano trovare ‘alternative’ allo scopo di far riaprire una delle poche attività produttive del nostro territorio, salvaguardando, ed è importante, i posti di lavoro”. Quello che non si sa è se per i Domenicani sul caso ormai siano chiuse già tutte le porte, mentre sull’altro fronte la politica cercherà, oltre a fare da mediatrice per i sette dipendenti finiti sulla strada, di offrire ai padri “alternative fattive sulle modalità di gestione”. Cosi la classe politica di maggioranza e minoranza riporta sotto i riflettori della cronaca quello che è un imperativo morale, “ il diritto al lavoro”. Sulla questione che a pochi giorni dal Natale ha dato loro una ‘stangata’, i dipendenti licenziati cosi hanno commentato quanto gli è accaduto: “Siamo delusi, avevamo progetti e prospettive, ci hanno solo preso in giro. Questa decisione ci lascia storditi, proviamo un grande senso d’impotenza e umiliazione ci hanno regalato un sogno, l’illusione di un posto di lavoro e poi ce l’hanno strappato. Tra noi ci sono anche persone che devono mantenere una famiglia”. La comunicazione ‘verbale’, che la struttura dichiarava la chiusura ed il conseguente licenziamento del personale, è stata fatta dall’amministratore dell’albergo domenica 10 dicembre. “Siamo stati messi davanti al fatto compiuto, umiliandoci. Sapevamo che l’albergo non navigasse in buone acque – spiegano gli ex dipendenti – appunto per questo abbiamo da sempre tentato di far capire che occorreva una gestione diversa, abbiamo proposta noi stessi di gestire l’hotel, e come noi altri imprenditori ma a tutti è stato detto di no. Hanno chiuso nonostante le prenotazioni, che se pur non troppe c’erano, difatti, all’inizio di dicembre ci è stato detto di non poter accettare prenotazioni, questo ci ha insospettiti, c’è però di fatto che ci sono circa 30 persone che hanno prenotato per gennaio e che a giorni potrebbero restare senza alloggio”. L’albergo “Casa del Pellegrino” è una s.r.l di proprietà dei Padri Domenicani del Santuario di Madonna dell’Arco, una struttura riaperta dopo anni di chiusura nel 2008, quando con l’accesso a fondi della Regione Campania, i Padri hanno deciso di rinvestire sul territorio. Successivamente, con la costituzione della “Cittadella Mariana”, tutta la zona turistico- religiosa nata attorno al santuario presupponeva un innesco socio–economico, e negli anni in questa ottica circa 30 famiglie della zona sono state impiegate presso le varie strutture gestite dai Padri Domenicani di Madonna dell’Arco:il Museo Mariano, la casa di riposo della Madonna dell’Arco, il Centro Studi e la portineria del Santuario. In questo ultimo anno sono pero venute meno due realtà storiche il Liceo classico “Padre Gregorio Rocco”, anni addietro l’orfanotrofio ed ora l’hotel, venendo cosi meno occupazioni. All’apertura della struttura sono partite le assunzioni che nei cinque anni hanno portato all’ampliamento dell’personale, per il quale “gli auspici dati sembravano essere dei migliori”, una volontà aperta all’ ottimizzare l’attività ricettiva, questo mostrava l’ex rettore Gerardo Imbriani, e nella stessa visione di offerte di lavoro, nell’ottobre del lo scorso anno i Padri Domenicani hanno deciso di allargare con l’apertura del “Bar del pellegrino” affidando la gestione a due giovani anastasiani che per anni hanno prima collaborano con l’hotel “La Casa del Pellegrino”, una struttura nata con l’intento di accoglie i fedeli in visita spirituale al Santuario della Santa Madre. Un bar riaperto dopo una serrata di 21 anni nell’ottica del tempo posta da Padri e Istituzioni locali “di offrire lavoro al maggior numero di persone della zona”. La struttura dopo la ristrutturazione avvenuta con fondi regionali aveva l’obbligo di restare operativa almeno per cinque anni, e cosi è stato sino a quando, come dice il consigliere del Psi, Carmine Capuano: “ tutto è esploso come una bomba ad orologeria”. Resta nelle parti politiche cittadine la stessa triste opinione “sarà difficile mediare sulla questione, ma va fatto”. I dipendenti licenziati commentano duramente quanto loro accaduto: “Ci rendiamo conto che il lavoro non è più un diritto, ma un privilegio. Dubitiamo fortemente che i Padri possano cambiare idea, ma quanto ci è accaduto andava detto, poi ad ogni modo la speranza è l’ultima a morire”.

Maria Beneduce

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