Anche se questa crisi sta colpendo duramente tutti, e soprattutto i più deboli, noi crediamo che
sia un’occasione per ripensare a fondo la nostra società e il nostro modello di sviluppo e per delineare
un futuro più sostenibile e giusto.
Occorre però affrontarla con un grande sforzo culturale, per individuare le strade del cambiamento,
con disponibilità e capacità di innovazione, perché non è una crisi solo economica e finanziaria,
ma anche sociale, politica, culturale e spirituale. In questo sforzo culturale vogliamo coinvolgere i
cittadini, la politica, le Istituzioni.
Noi, che già siamo presenti in tutte le situazioni più difficili e ovunque ci sia da difendere il bene
comune, ci impegniamo ad esserlo ancora di più, con la gratuità, la solidarietà e la responsabilità che
ci contraddistinguono.
Ci impegniamo a difendere i diritti di ciascuno, soprattutto dei più deboli, e ad assumere con responsabilità
il nostro ruolo di denuncia dei bisogni, delle ingiustizie, delle inefficienze.
Ci impegniamo ad attivare percorsi di coesione sociale, rigenerando i tessuti relazionali delle nostre
comunità, nel rispetto delle specifiche identità.
Ci impegniamo a cercare e proporre nuovi stili di vita e modelli di sviluppo, che ci permettano di
guardare con più fiducia al futuro.
Ci impegniamo a collaborare con gli altri soggetti del terzo settore e della società civile,
dell’Amministrazione pubblica e del privato per costruire filiere di solidarietà e di inclusione.
Ci impegniamo a ricercare ad ogni livello – dal locale, al regionale, al nazionale – forme di rappresentanza
per essere più incisivi, sia a livello sociale che a livello politico.
Ci impegniamo ad essere i primi testimoni di trasparenza nel corretto utilizzo delle risorse, sia
umane che economiche.
Ci impegniamo a comunicare sempre meglio i temi di cui ci occupiamo, chi siamo e che cosa facciamo.
CHIEDIAMO
Chiediamo di rimettere al centro delle scelte politiche, economiche, culturali ed amministrative
la persona umana, criterio, cifra e misura di ogni politica.
Chiediamo che il volontariato sia riconosciuto come un moltiplicatore di risorse relazionali ed economiche,
in grado di contribuire alla governance delle nostre comunità e dei nostri territori. Non
possiamo accettare di essere chiamati solo ad attuare scelte fatte da altri o a coprire le carenze dei
servizi pubblici, delle Amministrazioni e delle istituzioni. Chiediamo di incidere sulla determinazione
delle politiche locali, nazionali e globali, sui temi di cui ci occupiamo.
Chiediamo alla politica, alle amministrazioni, alle aziende che facciano della legalità, dell’etica del
bene comune, della solidarietà e della sobrietà la base di qualsiasi comportamento personale e collettivo.
Chiediamo di conseguenza la trasparenza necessaria per costruire rapporti corretti. Il volontariato
difende la propria autonomia e rifiuta logiche clientelari o di strumentalizzazione.
E’ all’interno di questa cornice che chiediamo:
‐ che il mondo del lavoro costruisca, promuova e agevoli il volontariato;
‐ che ne venga riconosciuto il valore educativo, anche inserendo sistematicamente programmi
specifici nella scuola e nella formazione degli adulti;
‐ l’applicazione dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale;
‐ chiediamo l’approvazione di una legge efficace contro la corruzione e il riutilizzo nel sociale
delle risorse liberate e dei beni confiscati ai corrotti;
‐ che il Governo aumenti e stabilizzi i finanziamenti per il servizio civile nazionale;
‐ che faccia diventare il 5 per mille legge dello Stato, conceda agevolazioni fiscali, abbatta
l’Iva e preveda alcune esenzioni (Irap, tassa rifiuti, bollo auto…) anche alla luce delle indicazioni
dell’Unione Europea;
‐ che Governo e forze politiche si facciano carico dell’urgenza di rivedere, diminuendole, le
spese militari e di aumentare l’impegno di risorse per il welfare;
‐ che si semplifichino le pratiche burocratiche e amministrative che soffocano soprattutto le
piccole organizzazioni;
‐ che si inserisca il parametro della reciprocità nelle relazioni con la Pubblica Amministrazione,
per avere certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione;
‐ che si mettano a disposizione delle associazioni strutture, strumenti, spazi urbani, anche
velocizzando e rendendo più trasparenti l’assegnazione dei beni confiscati.
‐ l’istituzione del Registro delle Reti nazionali di volontariato e la riforma dell’Osservatorio
Nazionale.
‐ che le istituzioni comunitarie elaborino un programma chiaro di promozione e sviluppo della
cittadinanza attiva europea, anche in funzione della promozione del volontariato;
‐ che le istituzioni nazionali ed europee riconoscano e valorizzino la realtà del volontariato
internazionale, quale strumento di promozione della pace e di valorizzazione della cittadinanza
globale;
‐ che il Governo si attivi affinché il servizio pubblico radiotelevisivo presti maggiore attenzione
al volontariato e alla comunicazione sociale e che venga attivato un canale ad esso dedicato;
‐ chiediamo che i media offrano una rappresentazione del volontariato e del sociale più articolata
e rispondente alla realtà.
Ringraziamo quei cittadini che tante volte ci hanno dimostrato fiducia, e chiediamo loro
un’alleanza più forte, per cambiare e ricostruire insieme il nostro Paese.
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