giovedì 19 Settembre 2024
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Ottaviano. Droga sul Vesuvio: piante di cannabis nell’Alveo Piscinelle

Ottaviano. Droga nel cuore del Vesuvio: scoperta una distesa di piantagione di cannabis. Che quel fondo possa essere abbandonato o di un privato lo stanno cercando di ricostruire in queste ore gli uomini del Comandante Antonio Iorio del Corpo Forestale dello Stato della locale stazione, che ieri sera hanno scoperto l’immensa distesa. Un operazione partita qualche giorno fa, ma conclusasi in poche ore grazie al lavoro certosino e meticoloso dei caschi verdi. Un appezzamento di terreno di oltre 80mq, in località Alveo Piscinelle, dove circa venti erano le piante coltivate. Alte dai 70 cm sino a due metri le piante di cannabis erano tutte allineate in una sequenza che senza dubbio non poteva essere stata casuale, ma ben studiata. La scoperta è avvenuta ieri mattina, ma solo ieri sera i militari sono riusciti ad estirpare tutte le piante. Le indagini erano partite qualche giorno fa: prima delle segnalazioni arrivate al comando avevano fatto insospettire i militari che di seguito avevano predisposto una serie di accertamenti e sopralluoghi. In più giorni inoltre gli stessi caschi verdi avevano monitorato l’appezzamento di terra per cercare di individuare i fautori del delle piantagioni all’interno del fondo agricolo. Ore ed ore di attesa per poi decidere di passare all’azione. Gli uomini del comandante Iorio hanno cosi deciso di percorrere quel piccolo viottolo che dall’alveo Piscinelle conduce alla salita di Montevergine. Sono bastati pochi metri per raggiungere l’appezzamento nel quale si sono subito evidenziati le alte piante di cannabis. Dalle piante di cannabis, il cui peso ammonta complessivamente a circa cinquanta chilogrammi, sarebbero state ricavate, una volta essiccate, numerose dosi di marijuana, per un valore complessivo sul mercato di oltre 10mila euro. Ma le piante una volta raccolte sono state poi smaltite e distrutte. A pochi metri da quel fondo, tre mesi fa gli stessi militari avevano scoperto un’altra piantagione. Anche in quel caso non scattarono denunce perché il fondo di fatto non era riconducibile a nessun privato. Ma nonostante tutto le indagini non si sono ancora concluse. Proprio in queste ore infatti con una mappa i militari stanno cercando di tracciare una geografia dettagliata dell’intera area con i proprietari dei fondi limitrofi, si ascoltano per cercare di ricavare eventuali dettagli, che possono dare un volto ed un nome ad uno o più individui. Nel contempo sono stati attivati servizi di pattugliamento e controllo dell’intera distesa per controllare se altre piantagioni sono distribuite nelle zone attigue.

Giovanna Salvati

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