“La salute delle donne è ancora un diritto?”, se n’è discusso mercoledì 11 nell’aula consiliare di Santa Maria La Nova a Napoli. Un dibattito che ha riportato l’attenzione sulla presenza dei consultori in Campania. “Come erano, come sono e come vorremmo che fossero”, il sottotitolo scelto dalle donne del centrosinistra di Pd, Idv, Sel, Federazione della Sinistra, Cgil, Cisl e Uil, dalle donne dell’Udi, del Comitato 194, di Snoq e di Arcilesbica, che hanno promosso e svolto il dibattito. “La domanda che sorge spontanea, soprattutto in questo momento di crisi, in cui per l’ennesima volta la scure dei tagli si è abbattuta sulla sanità è se la salute della donna sia ancora un diritto – hanno spiegato le organizzatrici- Ne vogliamo discutere insieme, con un occhio particolare ai consultori, nati come un luogo di tutela della famiglia e della salute femminile in tutti i suoi aspetti, basti pensare al discorso prevenzione, per scoprire se il progetto iniziale è ancora tutelato e se non è così cosa possiamo fare per riportarli al centro di un percorso salute-donna”.
“Il tavolo tecnico permanente è un esempio di come è possibile fare una buona politica tutti insieme a tutela dei diritti primari dei cittadini, su cui siamo chiamati a vigilare oggi più che mai alla luce della grave difficoltà sociale e del tentativo di tagliare ulteriormente i servizi di assistenza sanitaria femminili, negando di fatto le faticose conquiste ottenute da anni di battaglie per i diritti delle donne”, concludono.
Pubblichiamo di seguito l’intervento
tenuto al convegno da Désirée D’Accico
Responsabile Diritti Civili
Segreteria Regionale Sinistra Ecologia Libertà
Rilanciare la questione del diritto alla salute attraverso il tema dei consultori familiari, che nascono formalmente con la Legge 405 del 1975, è un percorso dal basso che ci porta ad occuparci ed analizzare temi che attengono alla qualità complessiva del sistema sociosanitario. Infatti, ri-pensare i consultori è proiettarsi verso questioni che riguardano la prevenzione, le politiche sul territorio, la sfida dell’integrazione sociosanitaria, il ben-essere delle persone.
Ma la nascita e l’evoluzione dei consultori familiari è legata indissolubilmente alla vicenda socio-politica del nostro paese. E’ quindi naturale leggere la produzione legislativa tenendo ben presente le vicende del movimento operaio, del movimento delle donne e dei movimenti femministi sviluppatisi tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 in Italia, che hanno favorito la stesura anche della 405.
Molti studi dimostrano quanto, ancora oggi, le donne risultino svantaggiate rispetto agli uomini nella tutela della loro salute, e quanto sarebbe importante promuovere una consapevolezza sociale e individuale sui fattori di rischio legati alla salute femminile.
Tali fattori non riguardano tanto gli aspetti riproduttivi della vita femminile, ma sono legati al ruolo sociale della donna sempre più impegnata sul fronte familiare e lavorativo con inevitabili ripercussioni sulla propria salute, anche come conseguenza della propensione femminile a preoccuparsi e occuparsi dei bisogni altrui, spesso anteponendoli ai propri.
La ricerca medica e i sistemi sanitari inoltre non intercettano le problematiche sanitarie femminili, anche perché esse risultano scarsamente studiate, come dimostra in Italia la limitata partecipazione delle donne agli studi clinici.
A ciò si aggiunga che solo recentemente ci si è accorti delle problematiche legate alla differenza di genere e delle sue implicazioni nei confronti della salute femminile. Occorre, quindi, attivare uno straordinario processo di emancipazione sociale, di grande cambiamento del nostro sistema produttivo, di trasformazione dei ruoli sociali e delle relazioni tra gli uomini e le donne, di costruzione di prassi sociali di solidarietà. Solo così il diritto alla salute delle donne può essere “il diritto forte” che promuove tutti gli altri diritti, sociali, economici, civili, politici. Solo così la promozione della salute delle donne diviene una vera strategia per i diritti di cittadinanza per tutti. E’ una sfida difficile, che abbraccia il senso più profondo della nostra Costituzione, l’eguaglianza, che nell’art. 3 proclama ed impone di adoperarci affinché siano rimossi proprio quegli ostacoli che rendono diseguali le persone.
Tale tematica incrocia piani complessi, che riguardano le politiche sanitarie ma anche quelle non sanitarie, che attraversa le sfide inedite e straordinarie dello sviluppo tecnologico e scientifico, ma anche il modo di vivere, le relazioni tra le persone. Un grande tema, quindi, per la politica, per le istituzioni, ma anche per la società. Per questo è sempre più necessario attivare la partecipazione consapevole dei cittadini e aprire un vero, grande dibattito pubblico, una nuova stagione di grandi passioni ideali, di valori, di principi. Infatti ancora oggi persistono stereotipi, veri pregiudizi di genere, nella ricerca biomedica, nella medicina, dallo studio dell’eziologia ai fattori di rischio e protettivi per la salute, dai sintomi alla diagnosi, dalle misure di riabilitazione e dei trattamenti alla valutazione dei risultati.
Rilevante è ancora la sottovalutazione dei bisogni di salute delle donne all’interno di una ricerca medica che è centrata sull’uomo e sulla sua realtà biologica e sociale; rilevante è ancora il pregiudizio scientifico che considera i processi morbosi delle donne con una prevalente derivazione biologistica-ormonale e quelli degli uomini con una prevalente derivazione socio-ambientale e lavorativa. A più di trenta anni dalla loro istituzione ci si è resi conto che la diffusione e l’evoluzione dei consultori sul territorio nazionale non risulta omogenea…insomma, per farla breve, i consultori non sembrano godere di buona salute! Infatti spesso sono snobbati a favore di sanità privata; gli organici sono carenti e non sono previste né assunzioni né sostituzioni il tutto sotto la spada di Damocle dell’obiezione di coscienza, sembra che solo le donne straniere vi ricorrono in maniera crescente.
Ecco, quindi, la necessità di intervenire in modo mirato ed incisivo sul piano delle risposte legislative ed operative per superare queste differenziazioni. Problematiche legate al tema dell’interruzione di gravidanza, la salute della donna negli ambienti di degrado e violenza, la tutela delle donne madri vittime di violenza sessuale, le tematiche connesse alla prevenzione tumorale, l’accoglienza ed i diritti delle migranti, in special modo se madri con bambini in tenera età, il potenziamento mai pienamente concretizzato dei consultori sono solo alcuni anche se importanti temi che tratteremo oggi. Ben consce che la libertà non é mai qualcosa di statico e di definitivamente acquisito.
Concludo ricordando le parole di Giovanni Falcone: “Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere.”
La redazione
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