Somma Vesuviana. Che il sindaco Raffaele Allocca avesse simpatie verso un autoritarismo casareccio di matrice più monarchica che dittatoriale è fatto alquanto noto. Che durante le manifestazioni per il 25 aprile, festa della Liberazione italiana dal nazifascismo, da quando è in carica s’inventasse qualcosa che facesse parlare di sé pure è abbastanza risaputo. Ma che si levasse la fascia tricolore con irritazione, e facesse ritirare il gonfalone comunale, la banda di musica ufficiale e le forze dell’ordine, dopo il suo discorso sotto il Monumento ai Caduti in piazza Vittorio Emanuele III, in pochi se lo sarebbero aspettato. Motivo del gesto plateale, la richiesta di alcuni cittadini di leggere un proprio documento sul senso della giornata. I fatti si sono svolti alla fine delle celebrazioni. Il primo cittadino stava terminando il suo discorso improntato sulle opere pubbliche cittadine in cantiere, sul patto di stabilità e infine sul ricordo delle vittime “che lottavano dalla parte sbagliata” (ai presenti è sembrato un ammiccamento ai “ragazzi della Repubblica di Salò”), quando alcune persone hanno chiesto a Gabriella Bellini, per l’occasione presentatrice dell’evento, di poter leggere un documento sul 25 Aprile. La giornalista, nel girare la richiesta al sindaco e ad Alessandro Masulli, l’organizzatore della giornata, si è vista sbattere in faccia dal sindaco il niet. “Il protocollo prevede che io chiuda con un mio discorso le celebrazioni. Io – avrebbe affermato iracondo Allocca al direttore de Laprovinciaonline – qui sono come il Presidente della Repubblica. E quindi come lui anche io sono quello che interviene per ultimo”. Nelle fasi concitate della disputa è volato anche un “sei una scostumata” nei confronti della stessa Bellini da parte del primo cittadino. Alla fine, il documento letto da Ciro Castaldo (che per l’occasione è stato supportato da Crescenzo De Falco il quale ha inscenato un teatrino parodiando lo stesso primo cittadino il quale per parlare si era fatto tenere il microfono dal suo segretario personale Celeste Allocca) non sembrava avere alcunché di eversivo o di inappropriato alla sacralità del Monumento omaggiato. “La gente – sono state le parole pronunciate dal professore – non aveva fiducia nei partiti proprio come accade adesso, non sapeva distinguere un partito dall’altro e, quindi, non riusciva a scegliere da chi voleva essere governata e alla fine è stata costretta ad accettare una politica nefasta, proprio come adesso, a tutto vantaggio di coloro che, avendo il potere economico, costringono i più deboli a pagare di più. Dobbiamo capire – ha proseguito Castaldo – le differenze tra coloro che vogliono sinceramente il bene comune e quelli che vogliono andare a governare solo per i loro interessi”. Il documento ha anche posto l’accento sul fatto che si debba partecipare alla “vita dei partiti, ai loro dibattiti per influenzarne le scelte”. Al netto naturalmente di questi teatrini che non fanno bene davvero a nessuno.
Come richiesto da qualche lettore ecco di seguito il testo integrale dell’intervento letto dal professor Ciro Castaldo
Che cosa deve significare per noi la festa del 25 aprile
Essere grati ai giovani soldati che nelle due guerre mondiali hanno dato la loro vita per difendere la nostra casa e il nostro territorio da attacchi stranieri, è sempre una cosa giusta e importante; però non possiamo perdere di vista la finalità della festa del 25 aprile che è la festa per ricordare e commemorare coloro che si sono battuti per combattere il nazi-fascismo, cioè per liberare l’Italia dall’oppressione di una bieca dittatura che ha arrestato quel normale processo di sviluppo socio-economico che si era avviato nel nostro Paese a inizio novecento.
Questa precisazione non vuole essere fatta, nel modo più assoluto, per esaltare il valore o l’importanza di alcuni combattenti (quelli che ci hanno liberato dal nazi-fascismo) rispetto ad altri (quelli che ci hanno liberato dagli stranieri), ma solo per non creare confusione nella mente di quelle persone che, non ricordando bene i fatti, potrebbero non comprendere l’esatto significato di questa festa che è la FESTA della LIBERAZIONE dal fascismo, la festa per ricordare quelli che hanno resistito e hanno combattuto per riacquistare la libertà di pensiero, d’azione e di decisione; perché solo se riusciamo a scegliere e a decidere liberamente possiamo considerarci veramente liberi.
Questo, soprattutto, è molto importante ricordare oggi; perché, adesso come allora, la gente non riesce più a scegliere, e quindi, a essere veramente libera, sia perché non ha più fiducia nei partiti, sia perché si lascia condizionare troppo spesso, si sente costretta a dare il voto a certe persone di cui non è veramente convinta.
Stiamo ricadendo negli stessi errori fatti ai tempi in cui è sorto il fascismo.
La gente non aveva più fiducia nei partiti, proprio come accade oggi, non sapeva distinguere un partito dall’altro e, quindi, non riusciva a scegliere da chi voleva essere governata e alla fine è stata costretta ad accettare una nefasta politica, proprio come oggi, a tutto vantaggio di coloro che, avendo il potere economico, costringono i più deboli a pagare di più.
L’errore, dunque, in cui non dobbiamo ricadere è quello di non riuscire a decidere chi deve essere posto alla giuda del nostro Paese.
Dobbiamo capire le differenze tra coloro che vogliono sinceramente il bene comune e quelli che vogliono andare a governarci solo per i loro interessi.
Dobbiamo essere molto attenti e non disinteressarci alla politica, ma anzi al contrario dobbiamo interessarcene di più proprio perché è difficile capire chi scegliere, perché scegliendo i soggetti sbagliati, o non scegliendoli affatto, significa far aumentare i prezzi dei beni che consumiamo tutti i giorni, far aumentare le imposte, far aumentare la corruzione e l’evasione fiscale, vivere senza un lavoro o da precari e senza un futuro per i nostri figli.
Non possiamo essere degli analfabeti politici, dobbiamo partecipare di più alla vita dei partiti, ai loro dibattiti, dobbiamo stare vicino ai partiti, essere dentro i partiti, influenzare le loro scelte, se vogliamo essere sicuri di non sbagliare e conoscere di più chi ci sta attorno.
Questo, e solo questo, ci vuole ricordare questa festa.
Gli eredi della Resistenza
Gaetano Di Matteo
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