venerdì 20 Settembre 2024
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Nola: “A chi è figlio ‘o giuvinotto?” suggella un decennio di successi della “Pipariello”

Raramente come in queste circostanze un teatro – per l’occasione l’Umberto di Nola – è sembrato ergersi sulle colonne dell’emozione, della memoria, della gratitudine.

E basarsi sulle fondamenta di dieci anni di incessante quanto gratificante attività teatrale che volge il proprio sguardo nel sociale per tingerne situazioni e personaggi dei nostri giorni nel viatico di una morale che induce alla riflessione nel bel mezzo di una risata oppure nel vagar nella scia di quello che ‘poteva essere e non è stato’.

Ha compiuto dieci anni la compagnia teatrale nolana “Pipariello” a otto mesi dalla scomparsa del suo fondatore, Salvatore Esposito. I suoi fedelissimi – Peppe Ciringiò, Cristina Simonetti, Arturo Sepe, Mara De Falco, Mario Arienzo, Vittorio Ambrosio, Bina Casoria, Andrea Russo, Annamaria Ficco, Giovanni Onorato, Gelsomina Piatti – ‘radunati’ buon Antonio ‘Pipariello Jr’, hanno risposto con entusiasmo e con la ben nota professionalità, confermandosi il fior fiore del teatro amatoriale della città dei gigli.

Hanno voluto ricordarlo mettendo in scena la commedia in due atti che lui amava di più: “A chi è figlio ‘o giuvinotto?” il cui debutto avvenne nel lontano 2005. Stavolta per la regia del m° Ciro Ruoppo, che ha inteso omaggiarlo insieme a tutti gli altri, non essendoci stata opportunità di farlo quando il ‘Pipa’ era ancora in vita.

Una rappresentazione di ottimo livello per la bravura dei protagonisti a cui l’autore scomparso era solito cucire addosso l’abito dei personaggi adatti alle migliori performance di ognuno. Tutti insieme hanno conferito alla recita un ritmo apprezzabile tenendo vive anche situazioni di prolungati dialoghi che potevano approdare a qualche fase di stanca.

L’attenzione non è mai scemata poiché dietro l’angolo di una battuta, di una situazione, di un episodio, si faceva spazio la curiosità che conferiva all’intero contesto narrativo l’interesse per quella sorpresa finale a cui il ‘Pipariello’ ci ha sempre abituati.

Non erano gli stessi attori di allora a calcare il palco bruniano, si ricordava. Noi siamo in grado di confermare solo l’eccellenza messa in mostra in questa occasione che si è cibata in ogni battuta, in ogni situazione, in ogni riferimento scenico della componente emozionale in un ottica che non ha mai sfiorato il piagnisteo, senza cadere mai nella retorica, sempre in agguato in occasioni del genere.

Scampato il ‘pericolo’ ha prevalso la serenità, l’orgoglio di appartenenza, lo sciame di sentimenti, anche contrastanti, ma letti sui volti di ciascuno senza enfasi. Ognuno attingendo dal suo intimo e dalla propria esperienza artistica, ha dato prova di una professionalità rara a trovarsi nell’ampia cerchia del teatro amatoriale.

Salvatore Esposito Pipariello avrà sicuramente apprezzato da lassù. E agli sguardi rivolti a lui, siamo sicuri, avrà risposto con un sorriso. Pur mugugnando su qualche episodio, a conferma della sua indole votata alla proverbiale meticolosità.

Ci perdonerà!

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