sabato 21 Settembre 2024
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Somma Vesuviana. In migliaia in corteo per ricordare Melania Rea

Somma Vesuviana. Ci sono sorrisi che a volte nemmeno la morte può cancellare. Disgrazie, tragedie, il buio improvviso che non riescono inevitabilmente mai ad essere più forti del ricordo. E lo sanno bene i familiari di Melania. Lo sa la mamma Vittoria, il fratello, gli zii. Lo sanno i cittadini di Somma che la conoscevano, ma anche i semplici conoscenti, che dopo un anno gridano “Giusitizia per Melania”. Lo hanno fatto in una fiaccolata per circordare la semplicità di una mamma, ma sopratutto il coraggio di una donna, morta brutalmente e che dopo un anno vede ancora ombre e dubbi non risolvere il giallo sulla sua morte.E cosi ad un anno dalla sua morte, Melania Rea è stata ricordata così dalla sua famiglia, dai suoi concittadini, da chi non l’ha mai incontrata e pure le ha voluto dire: “Ti vogliamo bene”. Lo hanno fatto con una fiaccolata, che ha visto l’assenza della famiglia Parolisi, con un corteo che non ha voluto dimenticare le altre donne uccise come Melania. E la cui morte non ha ancora un colpevole. Ad aprire la fiaccolata sono stati dei bambini con indosso cuoricini rossi, sui quali sono stati scritti i nomi di Chiara Poggi, Sara Scazzi, Yara Gambirasio, Elisa Claps, Simonetta Cesaroni, Lucia Manca tra le altre. Nessuna vendetta, nessun odio stasera a Somma Vesuviana. Ma solo una richiesta scandita più e più volte, dalla mamma di Melania, la signora Vittoria: “Se mi vede deve sapere che io voglio la verità, questo è il momento di parlare – ha detto piangendo la signora Vittoria”, non nominando mai il nome di Salvatore Parolisi, unico indagato per la morte di sua figlia. Una verità che la mamma Vittoria al pari del fratello di Melania, Michele, chiede innanzitutto in nome della piccola Vittoria, la figlia di Melania. “Noi non
vogliamo un colpevole ma vogliamo il colpevole – ha detto il fratello
di Melania, Michele – la piccola Vittoria deve sapere che noi abbiamo
fatto l’impossibile per sapere la verità sulla morte della sua mamma”.
“Ora dobbiamo aspettare la giustizia”, le poche parole del papà
Gennaro in quello che è stato per i Rea “il giorno più lungo e
difficile”. “Un giorno in cui abbiamo ancora una volta ricordato tutto
quanto accaduto un anno fa – ha raccontato Michele Rea – la telefonata
in cui ci dicevano che Melania era scomparsa, le ricerche, fino ad
arrivare all’atroce scoperta che ci ha cambiato la vita. Un giorno
difficile – aggiunge Michele – e solo purtroppo l’inizio di un periodo
che sarà finanche più difficile in cui si dovrà dire a Vittoria cosa è
successo”. Un periodo al termine del quale Michele ancora spera, un
giorno, di sapere che Salvatore Parolisi non ha ammazzato sua sorella:
“Ci spero, ci speriamo anche se devo aggiungere un però, perché ci
sono troppe cose che non tornano”. “In questo anno, un tempo lungo,
non ci siamo fatti travolgere dall’odio e dalla vendetta”, ha detto il
vescovo di Nola monsignor Beniamino Depalma in un messaggio fatto
pervenire alla famiglia Rea e letto durante la celebrazione della
messa. E qui, stasera a Somma Vesuviana nessuno, infatti, chiede
vendetta. Ma solo giustizia anche per tutte le altre donne la cui vita
è finita tragicamente come per Melania. Nascerà anche per questo,
proprio stasera, l’associazione onlus Melania Rea: per dire no alla
violenza sulle donne, sì ai diritti sui minori, no gli assassini
liberi e sì alla certezza della pena. Soprattutto per conoscere la
verità. A partecipare al corteo i sindaci di più città, tutti insieme nel dolore. Sono i tricolori tra i quali primo fra tutti il sindaco di Somma Versuviana Raffaelle Allocca “è il girono del dolore ma anche dell’attesa, per una verità che primo o poi arriverà”. con lui il sindaco di Castello di Cisterna, di Termini Imerese che sottolinea “oggi attarverso Melania ricordiamo le centinaia e centinaia di donne vittime di assurde violenze e grdiamo no alla violenza sulle donne”. E ancora il presidente del consiglio di Sant’Anastasia, e molti altri ancora. Tutti insiem eper non dimenticare. Le fiammelle che accompagnano la fiaccolata sono ancora una volta quelle della speranza: la speranza di mettere finalmente un punto, di dare finalmente spazio alla famiglia nel poter ricostruire la propria vita. Ripartire da quel sorriso che oggi fa da padrone a piazza Vittorio Emanuele,sventola il suo volto e lo fa sorridendo: questa è l’immagine viva e vera di una donna, unica testimone di una maledetta verità.

Giovanna Salvati

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