Saviano – Tre giorni dedicati alla tematica ambientale: la prima aveva riguardato la presentazione ufficiale dell’associazione “ Corpo provinciale Guardie ambientali” Agro nolano onlus , la seconda è stata un assemblea pubblica sul tema : “ Regi lagni : Quale Tutela?”.
Nell’ultima giornata della “tre giorni savianese” per l’ambiente, tenutasi nella sala consiliare del comune, convegno moderato da Antonio Tafuro, arriva un appello del magistrato Giuseppe Visone della Procura di Nola: “Per sconfiggere le ecomafie bisogna confiscarne i beni, come abbiamo fatto con la mafia”.
Partendo dalla considerazione che il decreto legge 121/2011 recepisce solo in parte la direttiva UE sul delitto ambientale, i promotori del convegno “Reati ambientali: è tempo dei doveri!” hanno voluto stigmatizzare la grave lacuna della legge, che di fatto non ha ancora introdotto il delitto ambientale per chi sversa rifiuti pericolosi, così come ci chiede l’Europa. “E’ assurdo – ha ricordato, anche con l’aiuto di slide proiettate su di uno schermo, Luigi Cappella, dell’Arpac, presidente dell’Isac Campania – che si continua a contravvenzionare chi sversa rifiuti pericolosi mentre la nostra terra viene inquinata con conseguenti danni per la salute dei cittadini”.
Nel suo articolato intervento ha ricordato tra altro alcuni dati significativi: “ 4 milioni di euro è la cifra incassata dai boss nel 2010 per il settore cementificazione. In un contesto nel quale la Campania è maglia nera: un pergolato di avanzo rifiuti stimato su 72.000 tonnellate; quantità che potrebbe riempire altrettante autobotti; per aver un idea! “ al camorrista imprenditore è sostituito l’imprenditore camorrista!” Articolata e lucida la disamina della legge fatta dal magistrato Visone che ha proposto la confisca dei beni degli eco mafiosi come succede per gli abusi edilizi e per i reati di associazione mafiosa. “E’ un deterrente più efficace della sanzione personale. Questa è gente disposta a farsi sei mesi di carcere piuttosto che perdere la casa!”.
Due le richieste: inserire i dettami della legge 172/2008 all’interno della legge quadro 152/2006 e istituire la confisca dei beni per i reati ambientali. Anche il direttore del Dipartimento Arpac di Napoli Adamo ha sottolineato l’importanza di arrivare ad una sinergia tra associazioni ed istituzioni per arrivare a reprimere questi reati. “Investire nell’ambiente è investire nella società”. Il coordinatore provinciale dei medici per l’Ambiente Gennaro Esposito ha presentato una serie d’immagini del disastro ambientale nel cosiddetto ‘triangolo della morte’, Acerra, Nola, Marigliano e ha mostrato gli effetti sulla salute umana degli sversamenti subiti in vent’anni di razzie ecomafiose.
“Sono oltre tredici le grandi inchieste della Magistratura sui reati ambientali in Campania – ha detto Gennaro Esposito – ma poco è stato fatto per fermare lo scempio. Appena 13 discariche sulle 5300 presenti in Campania sono state bonificate, troppo poco. Qui si continua a morire di cancro sempre di più!”. Nel suo discorso ha citato i depuratori di Marigliano, la questione regi lagni, le cave di Polvica, Tufino con le sue due megadiscariche, i pascoli di greggi che continuano su terreni contaminati e altro.
L’assessore all’ambiente Tommaso Sodano, fortemente voluto da promotori per la sua passata attività parlamentare come presidente e membro della Commissione d’inchiesta sulle ecomafie, ha spiegato che bisogna ripristinare il sistema di sorveglianza satellitare Sistri, ingiustamente bloccato dal governo, onde poter prevenire i reati ambientali e il traffico di rifiuti tossici, che rappresenta il vero grave problema del nostro paese.
Sono inoltre intervenuti il consigliere regionale Carmine Sommese, i rappresentanti della Polizia Provinciale di Nola, alcuni rappresentanti delle associazioni locali e semplici cittadini: l’arch. Santolo Tafuro ha posto l’attenzione su una problematica attinente, quello dell’abuso edilizio: aspetto non lontano dal tema trattato perché è sede di stravolgimento del territorio con tutte le sue reazioni a catena: “ non si può programmare e pianificare la città del domani … se non si ascoltano i suoi abitanti …” cosi Oriol Bhoigas presentava il piano per il Woter “Front di Barcellona.
Ottima la proposta del rappresentante della Polizia provinciale di fare un censimento dell’amianto nelle città da proporre alle amministrazioni comunali, per bonificare questo pericoloso materiale dai nostri tetti e combattere gli abusi.
Un bilancio positivo per questa ‘tre giorni’: oltre 200 persone hanno partecipato, con più di 30 relatori. Una speranza per ridare dignità alla nostra terra.
Autore/Fonte: Antonio Romano
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