Terzigno/Boscoreale. “La Sari è piena, pochi giorni e chiuderà i battenti, ma dopo un anno di sversamenti e veleni l’unica cosa che è cambiata è che la Sari è piena”. Cosi esordisce il consigliere comunale di Boscoreale Francesco Paolo Oreste. Un appello che dopo mesi di lotte, proteste, polemiche riaccende i riflettori sul caso divenuto incubo per i cittadini vesuviani. Il solo pensiero che quella cava possa essere dichiara satura e fa prospettare nuove aperture o allargamenti sullo stesso territorio fa tremare i cittadini e le stesse istituzioni. Nessuno vuole rivivere i giorni ormai passati eppure la realtà è che Cava Sari tra qualche giorno potrà essere davvero colma di rifiuti ed inaccessibile. “La Sari, in un futuro più che prossimo, costerà delle vite umane al nostro territorio – spiega il consigliere Oreste – il prezzo che pagheremo, per l’incapacità amministrativo-politica e l’accanimento interessato di lobby economico-camorristiche che hanno fortemente voluto quest’assurda scelta di impiantare una discarica in un parco nazionale, saranno tumori e leucemie, sarà tutto ciò che ovunque fa da contorno a discariche e sversamenti”. Dove verranno confluiti tutti i rifiuti se di qui a qualche giorno l’ipotesi che la discarica sia satura si dimostrerà realtà? Questo il grande interrogativo. Eppure era stato lo stesso sindaco di Boscoreale Langella nei giorni scorsi ad appellarsi ad una imminente soluzione, con lui il comitato delle mamme vulcaniche ““Il piano alternativo di smaltimento dei rifiuti – incalza Langella – è stato presentato in regione da diverso tempo, ma ad oggi alcun provvedimento è stato adottato facendo sì che quanto prima è concretamente ipotizzabile una nuova grave crisi. Quando a breve la discarica Sari sarà piena –le amministrazioni provinciale e regionale non potranno assolutamente nascondersi dietro un’emergenza, ampiamente preannunciata, per proporre altre soluzioni pasticciate che creino ulteriore scempio a questo territorio che, è bene ricordarlo, già ampiamente è stato devastato con la presenza della discarica Sari e di altri mini invasi”. Sulla stessa linea e con tono più aspro il commento del sindaco di Terzigno Domenico Auricchio “quando la Cava sarà piena assolutamente il nostro territorio non finirà nuovamente vittima di scelte, già abbiamo pagato, non ci saranno altre discariche e nessun allargamento, basta cosi”. Ma i toni del consigliere Oreste sembrano però insistere tutti proprio sul ruolo delle istituzioni e continua “ Mi chiedo cosa si prospetta con la chiusura del mostro? I cittadini temono nuove invasioni di spazzatura e nuove discariche, le istituzioni locali, hanno il dovere di dare risposte e, soprattutto, di rappresentare in tutte le sedi possibili la totale indisponibilità di questo territorio e questa cittadinanza a sopportare nuove discariche e nuovi sversamenti. E’ il momento di battersi per le bonifiche, non di pensare a nuove buche da riempire con veleni e spazzatura”. Da qui l’urgenza e l’appello alle istituzioni tutte a fare presto per far partire immediatamente il piano alternativo a quello regionale che la Rete sta sollecitando da diversi mesi a questa parte.Quindi niente aree di stoccaggio o invasi paralleli al principale per raccogliere rifiuti , ma aree tecniche di sedime.
Giovanna Salvati
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