lunedì 10 Marzo 2025
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POMIGLIANO. Cisl e Cobas contro il Governo per i sacrifici “inflitti” agli operai Fiat

DA METROPOLIS DEL 13 AGOSTO

Pomigliano d’Arco. Dopo le ultime due settimane di ripresa produttiva, quindici giorni in cui i circa duemila metalmeccanici Fiat addetti alla produzione del modello Alfa 159 sono tornati a vivere la vita all’interno dello stabilimento “Giambattista Vico” di Pomigliano, gli operatori del sindacalismo di fabbrica sembra stiano spostando la loro incessante attività al di là dei confini locali. Nel mirino dei rappresentanti sindacali, infatti, dopo l’arrivo della tanto sospirata missione produttiva che ha salvato le sorti dello stabilimento campano, pare siano finite le scelte politiche che governo ed opposizione stanno provando a portare avanti in materia economica. A dimostrazione del fatto che gli orizzonti si stiano allargando, c’è la missiva redatta dal rappresentante di fabbrica Gerardo Giannone, e sottoscritta da una ventina di lavoratori iscritti al sindacato Fim – Cisl, indirizzata al segretario nazionale del Popolo della Libertà, ex ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ed al segretario del Partito Democratico, primo partito d’opposizione, Pier Luigi Bersani. Gli iscritti alla Cisl, però, hanno annunciato che non riusciranno ad attendere l’arrivo di una contromissiva dei rappresentanti della politica nazionale, e così, mentre aspettano che qualcosa dall’alto possa cambiare, giovedì 18 agosto saranno impegnati in un’intesa mattinata di volantinaggio. Nella locandina, che sarà distribuita nei pressi del molo Beverello di Napoli, i metalmeccanici hanno racchiuso tutte quelle voci che loro bollano come “costi inutili della politica”. “Noi operai, pensionati e lavoratori di ogni genere non abbiamo più nulla da dare – hanno scritto i metalmeccanici nel volantino che a breve verrà distribuito – chi pensa che un operaio con diciottomila euro di reddito può sanare i conti pubblici e rilanciare l’economia è un pazzo”. Oltre alla chiara accusa rivolta al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nel loro breve scritto le tute blu hanno racchiuso tutti gli sprechi e gli sperperi dai quali secondo loro si dovrebbe partire con i tagli per rilanciare l’intero sistema economico che regge il Paese. Anche dal fronte dello Slai Cobas arrivano le riflessioni sulla manovra anticrisi varata dalla politica nazionale. “Come Prodi ieri, stavolta è Berlusconi che tenta la carta di ulteriori e drastici sacrifici e del rilancio dell’illusione di solidarietà tra chi sfrutta e chi è sfruttato per superare la crisi – fanno sapere dal sindacato di base – la devastante controffensiva globale del capitale in atto è figlia della radicalizzazione a destra dell’intero quadro politico e della definitiva involuzione neoconsociativa del sindacalismo confederale”. “Le lotte di resistenza dei lavoratori ad oggi sembrano non bastare ad allontanare quel prospettato ritorno al medioevo in cui vorrebbero precipitarci – tuonano ancora i metalmeccanici Cobas – In questo senso lo Slai condivide la necessità contingente proposta dai settori del sindacalismo di base per la urgente convocazione di un incontro tra i vari soggetti disponibili a costruire al più presto una mobilitazione di massa capace di reagire immediatamente ma anche di reggere nel tempo”.

Nicoletta Romano

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