Somma Vesuviana. Riapre i battenti il chiosco de “Le Porte del parco”, la struttura che si trova nel parcheggio alle spalle di Palazzo Torino. Lo farà lanciando la rassegna “Cinema e spettacolo sotto le stelle… al chiosco” (da questa e per una settimana una serie di eventi ludico ricreativi a partire dalle ore 20,30), organizzata dall’assessore allo spettacolo Lello D’Avino. Quest’ultima rassegna vedrà la riproposizione del Talent Show, sospeso qualche settimana fa da un’ordinanza del sindaco Raffaele Allocca sull’onta delle proteste dei cittadini per la cronica assenza d’acqua. Riapre dunque lo spicchio di piazza per anni al centro di una contesa tra l’associazione “Summa Villa” ed il comune sommese. Una contesa gattopardesca per certi versi visto che è stato cambiato tutto, ma in realtà non è stato cambiato nulla. I fatti. A metà dell’ottobre del 2004 l’associazione “Summa Villa”, presieduta da Luisa Testimone, casualmente la nipote dei fratelli D’Avino (Sergio e Raffaele) che all’epoca sostengono la maggioranza di centrosinistra del sindaco Vincenzo D’Avino, ottiene l’affidamento del chiosco de “La porta del Parco” alla modica cifra di 257 euro mensili. L’associazione nel 2004 versa tutta la cifra, nel 2005 e nel 2006 solo cinque mensilità e dal 2007 e fino al 2010, anno di scadenza del contratto con l’Ente di Palazzo Torino, non paga più. Il motivo sarebbe che, nonostante le ripetute richieste fatte dalla stessa Testimone al comune, quest’ultimo non gli avrebbe mai concesso l’autorizzazione a somministrare bevande all’interno del chiosco. Passano alcuni anni. L’amministrazione non è più di centrosinistra, bensì di centrodestra. I fratelli D’Avino sono però sempre in maggioranza con Sergio consigliere comunale e Lello invece assessore. E riemerge la questione del chiosco, della licenza e dei lavori da effettuare per ripristinare i luoghi e le giostrine danneggiate dai vandali. Pertanto l’amministrazione Allocca, in una delibera di giunta (la numero 215 del 24 settembre 2009) decide di rinnovare l’affidamento alla Summa Villa. Non solo, ma alla stessa associazione presieduta dalla nipote dei D’Avino vengono scorporati i lavori di manutenzione (quantificati in 18mila euro, come da perizia del tecnico comunale Sabatino Molaro) “a partire dal momento del rilascio dell’autorizzazione alla somministrazione delle bevande da parte del competente ufficio comunale” . Alcune domande sono ovviamente d’obbligo in questa vicenda. La prima: Come mai in sei anni non è stata rilasciata l’autorizzazione a somministrare le bevande se quest’ultima rientrava nel contratto stipulato tra la “Summa Villa” e l’ente comunale? L’inghippo era tecnico-burocratico o politico? La seconda invece riguarda l’affidamento. Non c’è conflitto d’interesse se un servizio pubblico viene affidato alla nipote di un assessore o di un consigliere comunale attualmente in carica e perdipiù in maggioranza?
Gaetano Di Matteo
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