sabato 21 Settembre 2024
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Carinaro ‘accoglie’ i FUOCHI del VESUVIO

Trattasi di una pubblicazione che sta riscuotendo lusinghieri consensi ad ogni sua riproposizione, che affascina per gli argomenti folkloristici trattati che spaziano agevolmente tra il sacro ed il profano in un “Santuario mistico e carnale, sublime e ovvio, tenero e osceno, misero e prezioso, di memorie e di attese, d’immagini già viste e nuove …. dove l’icona oggetto di culto si manifesta come specchio del mondo e del volto nascosto di ognuno di noi, santo e grifagno, adolescente e morente”.

Tra i relatori Augusto Ferraiuolo, antropologo culturale, lecturer presso la Boston University, dove insegna folklore ed etnografia del Nord America, esperto di pratiche rituali festive e sulle performance a loro collegate. Il suo ultimo libro “Religious Festive Practices in Boston’s North End” traccia i percorsi di identità’ culturale nelle comunità italo-americane. Ha scritto sulla narrativa orale e sulla musica tradizionale campana.

Interverranno, inoltre, Bruno Lamberti, coordinatore di ‘Carinaro Attiva’, Ernesto Rascato, libraio, e, ovviamente, l’autore Fabio Birotti, etno antropologo, saggista, documentarista, lavora presso l’università Suor Orsola Benincasa e l’Università del Molise, cattedra di Storia delle Tradizioni Popolari e Scienza del Turismo.

Il testo, con sapienza e dottrina, analizza una delle tradizioni più importanti del comune di Somma Vesuviana e del ciclo delle Sette Madonne: le celebrazioni ed i riti popolari in onore di Santa Maria a Castello, festa che coinvolge gli abitanti di un’ampia parte del territorio del Monte Somma e del Vesuvio.

Ospiti della serata “la Paranza d’o’ Gnundo”, gruppo storico che ha ripristinato e tiene in vita una tradizione che altrimenti andrebbe a disperdersi, se non proprio a ‘morire’. Per l’occasione riproporrà alcuni momenti della celebrazione , come il rito della ‘perteca’, i canti e le preghiere scandite dal ritmo della tammorra , in ‘esemplificazioni suonate, cantate e ballate’. Con loro il capo paranza Sabatino Albano.

Sarà presente ancora, Peppino Di Febbraio, il massimo esponente della tradizione giuglianese che si è interfacciata con i riti per Santa Maria a Castello, la ‘Madonna Pacchiana’.

Proviamo a starci. Non fosse altro per verificare “quei rituali che contrastano con l’attuale trasformazione culturale, con le grandi trasformazioni di pensiero avvenute in concomitanza con le grandi evoluzioni tecnologiche, che non poco hanno influenzato anche i più disgiunti localismi territoriali”.

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