DA METROPOLIS DEL 18 GIUGNO
“Morire a Sant’Anastasia è diventato un lusso”. E’ amareggiato Ciro Perna, presidente del comitato civico anastasiano, quando parla delle condizioni in cui versa il cimitero di Sant’Anastasia. Uno sfogo il suo in cui racconta non solo dei disagi e i pericoli che i cittadini incorrono recandosi nel luogo sacro ora che sembra un cantiere, ma anche e soprattutto dei costi per tumulazioni e copri fossa in marmo i cui prezzi sono lievitati rispetto al contratto siglato tra il Comune e la ditta che ne ha ottenuto la gestione per i prossimi vent’anni.
“Hanno consegnato i nostri cari nelle mani di un gruppo di affaristi che non rispettano neppure il contratto stipulato”, spiega, “la cosa bella è che nessuno dei nostri politici ci mette bocca. Così siamo arrivati a pagare, e lo dovremo fare entro la fine di giugno, un acconto del 30% sui loculi. I copri fossa standard sono passati da 800 euro più iva a 1100 euro più iva, nella quale non è compresa la foto di ceramica che si deve pagare a parte. Per la tumulazione da 85 euro siamo passati alla modica cifra di 198 euro. Questo è il risultato dell’impegno preso dal nostro caro sindaco, forse è il caso che ci presti la sua livella”. Il riferimento è alla livella che il sindaco carmine Esposito ha più volte citato riguardo il cimitero, dichiarando che tutto il suo impegno è per fare in modo che le tombe siano tutte uguali. “Per rendere più chiaro il disagio abbiamo scattato diverse foto al cimitero. I casi emblematici che abbiamo ripreso riguardano la profondità della fossa in cui vengono seppelliti i nostri cari, per legge dovrebbe essere di almeno due metri a Sant’Anastasia è di 50 centimetri. I bagni pubblici appena ristrutturati sono già in condizioni pessime. Infine, come ultimo esempio della civiltà dimostrata da parte della ditta che lavora al cimitero, per loro la raccolta differenziata è diventata un optional, non hanno problemi del resto non pagano neanche la tassa sull’immondizia”. Una serie di casi eclatanti. “Ci chiediamo perchè nessuno controlli”, aggiunge il presidente, “perchè l’amministrazione permette che ci siano così tante disparità tra i costi stipulati e quelli realmente esigiti dalla ditta?” In passato Perna era una delle ditte che lavorava nel cimitero, quando ancora non vigeva il “monopolio” della ditta di Quarto, oggi non può più farlo, ma non è soltanto questa ragione a spingerlo. “So che mi potrebbero dire che lo faccio per tornare a lavorare. Mi sono arreso in prosito”, conclude, “Quello che voglio però è che i miei concittadini possano permettersi la sepoltura di un congiunto, che non ci siano più soprusi”.
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