DA METROPOLIS Del 12 maggio
San Gennaro Vesuviano. Pochi euro bastavano a comprare il corpo di un ragazzino. Dieci euro, qualche volta venti ai quali, per essere più persuasivo, aggiungeva qualche parola gentile e tanto bastava per convincere un tredicenne marocchino ad avere rapporti sessuali con lui. Protagonista di questa brutta storia un 69enne di Domicella (Avellino). L’uomo, sposato e padre di figli, raggiungeva spesso San Gennaro Vesuviano dove il ragazzino vive con la sua famiglia e qui in una campagna isolata metteva in atto i turpi incontri. Ieri i carabinieri della Stazione di San Gennaro Vesuviano (agli ordini del maresciallo Alessandro Saba) hanno arrestato l’uomo destinatario di un ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesso il 10 maggio dal gip di Nola per violenza sessuale. I militari avevano cominciato le indagini nel marzo scorso, si erano accorti che qualcosa non andava. Avevano notato in un paio di occasioni il 13enne in auto con l’anziano, un particolare che gli era parso da subito strano, così hanno fatto partire le opportune verifiche. Attività tecniche di controllo che hanno permesso di accertare quello che accadeva davvero. L’avellinese, parente anche di un noto politico di Domicella, periodicamente si recava presso i semafori che si trovano ai confini tra Palma Campania e San Gennaro Vesuviano, qui il ragazzino passava le ore vendendo i fazzolettini agli automobilisti in transito. Hanno appurato, grazie a dei pedinamenti effettuati con un’auto civetta, che l’uomo fermava il 13enne ci parlava per un po’ e poi questo o saliva in auto con lui oppure lo seguiva con la sua bicicletta fino ad una zona appartata qui avvenivano gli incontri sessuali. A quel punto i militari (coordinati nell’indagini dal pubblico ministero del tribunale di Nola, Simona Cangiano e dal comandante della Compagnia dei carabinieri di Nola, il capitano Andrea Massari), avendo raccolto tutti i gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’uomo, accertando che lo aveva più volte adescato in vari luoghi pubblici di San Gennaro Vesuviano dove mendicava o vendeva pagando modiche somme di denaro o consegnandogli piccoli regali, aveva consumato atti sessuali, dopo essersi appartato in macchina con la vittima. Nei guai sono finiti anche i genitori del ragazzino abusato, un 52enne ed una 36enne entrambi marocchini e domiciliati sempre nel piccolo comune vesuviano. Entrambi sono stati denunciati, in stato di liberta’, per impiego di minori nell’accattonaggio, se siano stati davvero loro a costringerlo a stare in strada tante ore oppure no saranno poi gli inquirenti a stabilirlo ciò che è certo e che non lo controllavano come avrebbero dovuto fare per un minore. Il 13enne è’ stato affidato ai servizi sociali, mentre l’uomo che abusava di lui e’ stato accompagnato nella sua abitazione agli arresti domiciliari. Sulla fedina penale non ha precedenti, ma pare che la sua predilezione per i ragazzini non fosse del tutto sconosciuta alla famiglia che all’arrivo dei carabinieri non si sono meravigliati oltre misura. L’ennesimo caso di povertà che spinge questi piccoli lasciati in strada a fidarsi del primo adulto che gli presta attenzioni, anche se spesso da amici gentili si trasformano in mostri.
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