Somma Vesuviana. “Al momento non possiamo dire niente né abbiamo novità rispetto alle indagini. Gli inquirenti stanno lavorando ed attendiamo i risultati dei carabinieri del Ris di Roma (che dovrebbero arrivare la prossima settimana n.d.r.)”. E’ provato, ma estremamente gentile Michele Rea, fratello di Carmela detta Melania, la 29 enne scomparsa prima e ritrovata cadavere poi nella pineta di Ripe di Civitella il 20 aprile scorso. Più in là, nella casa dei Rea in via Pomintella c’è Salvatore Parolisi, marito di Melania. Esce poco di casa e con lui c’è la piccola figlioletta di 18 mesi. Indossa una camicia nera, ha anche lui il volto provato e fa sapere di non voler lasciare dichiarazioni. Per una buona fetta dell’opinione pubblica, che da due settimane segue quotidianamente il caso, sembrerebbe sapere più di quanto abbia raccontato agli inquirenti. “Molte cose apparse in tv e sui giornali noi le smentiamo. Ripeto, sulle indagini c’è il massimo riserbo e vorremmo continuare a mantenerlo” afferma Michele. “La mia famiglia, fino a prova contraria, ha piena fiducia in Salvatore. Ne aveva mia sorella Melania, che lo descriveva come un ottimo marito, e ne avremmo noi”. Il giovane fin da subito è stato tra quelli che hanno lanciato appelli per far si che chi sapesse qualcosa di quelle giornate convulse lo raccontasse agli inquirenti. Il giovane, militare dell’Aereonautica di stanza presso Grazzanise, rispolvera vecchi ricordi con al centro Melania. “Eravamo legatissimi e forse la cosa che più mi manca e quel sorriso contagioso di cui non sembravi poterne mai fare a meno”. Di Melania oltre alle immagini restano gli oggetti sospesi nel tempo della sua camera nella casa paterna. “E’ tutto com’era. Quando veniva a trovare i miei genitori alloggiavano lì. Con lei il marito e la piccola figlioletta”. Ed è proprio a lei che Michele fa riferimento. “In questo momento la mia famiglia è unita proprio per proteggerla. So- prosegue il giovane- che è dura spiegarle ciò che è successo”. Il 32enne racconta anche la sensazione che si prova nell’essere finito, suo malgrado, nel vortice mediatico di queste ultime settimane. “Non tutto ciò che viene diffuso dalla stampa è veritiero. Però voi fate il vostro lavoro ed è importante che resti vivo il ricordo di mia sorella in queste giornate di dolore. Inoltre- conclude Michele- vorrei ringraziare quanti stanno esprimendo solidarietà nei nostri confronti”. Solidarietà mostrata da molti anche attraverso il popolare social network face book dove i familiari hanno creato la pagina “Tutti insieme per ricordare Melania Rea”. Ed è proprio uno dei familiari della vittima, Vincenzo Secondulfo, a tracciare un ricordo della giovane. “Era l’unica femminuccia tra noi cugini maschi e questo le dava un certo status. Le volevamo tutti bene e la perdita ci ha segnato” le parole del 42enne responsabile della Cobra2, la storica associazione di protezione civile di Somma Vesuviana. Ed è proprio lui, che ha seguito da vicino le attività di sopralluogo degli inquirenti sul luogo del delitto fin dal primo giorno, a lanciare una speranza per il proseguo delle indagini. “Vedo gli inquirenti molto decisi nel cercare una soluzione. Stanno lavorando giorno e notte al caso e questo dà alla nostra famiglia la speranza che si possa trovare l’assassino (o gli assassini n.d.r.) di Melania”
Gaetano Di Matteo
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