DA METROPOLIS DEL 22 APRILE
Sant’Anastasia. Un fiume in piena il sindaco di Sant’Anastasia pronto a travolgere tutto quello che ostacola il suo cammino politico: il presidente della Regione Stefano Caldoro, l’assessore Marcello Taglialatela e anche i 5 ex “vigilini”. Così è apparso ieri mattina nel corso dell’incontro organizzato per augurare buona Pasqua ai dipendenti comunali. Tema caldo la rivisitazione della zona rossa.
“Non condivido la politica di Taglialatela”, ha detto Carmine Esposito, “che assolutamente non si interessa in modo puntuale di questo problema. Presto metterò in campo tutte le iniziative forti per mettere in discussione questa legge: qui si può costruire. Dentro una cornice che prevede un non incremento demografico del territorio, per me non c’è nessun ragionevole motivo per cui uno non si possa fare una casa nuova. Se Tagliatatela e Caldoro pensano che ce ne dobbiamo andare devono venire qui e devono avere il coraggio di dire che dobbiamo evacuare, se non ci danno un Piano su questo, noi faremo una battaglia vogliamo riacquistare l’umanità di questo territorio. Non è possibile che ad un anno dell’insediamento della giunta regionale non si dica con chiarezza che fine dobbiamo fare. Non vogliamo fare nessuna speculazione, nessun grattacielo, né palazzi, vogliamo un paese più normale. Una normativa che prevede che puoi abbattere e ricostruire una casa nuova, dove c’è compatibilità, questa va solo a difesa dei cittadini, chi si mette contro a questa logica, dovrebbe essere linciato. Dal 2003 cosa hanno fatto, dove stanno le vie di fuga? . E’ un tema vitale per il futuro di tutti i cittadini di Sant’Anastasia, come quello di cercare di capire che fine deve fare il Parco nazionale del Vesuvio. Comprendo che mi dovrò mettere contro Caldoro o Taglialatela, mi potranno anche cacciare, politicamente ovviamente, ma non arretrerò su questo argomento e mi spiace che altri sindaci non la pensino con la stessa e intensità e forza che dimostriamo noi. Non mi riferisco al sindaco di Portici, San Giorgio o Ercolano, che hanno tutt’altra urbanistica o tipologia rispetto ai nostri, ma ai Comuni che vivono la nostra stessa condizione di farsi promotori, faremo campagna di sensibilizzazione verso i loro cittadini. Se non si muove la pianificazione territoriale ci sono paesi che moriranno, io vi posso garantire farò la mia parte fino in fondo”. Altro tasto dolente per la giunta di centrodestra la questione degli “ex vigilini”. “Ho ereditato questo problema”, ha continuato il sindaco, “e l’abbiamo trattato con un’attenzione in più. Da un punto di vista normativo non era possibile risolverlo, ma loro hanno coinvolto sindacati, paese, partiti, la prefettura e ci hanno richiamato ad una maggiore attenzione, e io ce l’ho messa così come la responsabilità e nonostante i pareri contrari ho sottoscritto un nuovo contratto con loro. Vi era però una clausola, da loro sottoscritta, di rinuncia a rivalersi verso l’Ente. Dopo 20 giorni ci è arrivata una denuncia per risarcimento danni, ciò considerato come potremmo prendere in considerazione di farli continuare a lavorare? Ma è possibile che un’Amministrazione dopo un atto del genere possa far continuare questi bellimbusti a lavorare, mascalzoni che dopo aver sottoscritto un contratto ci hanno denunciati. Ad un sindaco si può chiedere tutto, ma non il suicidio. Loro che vanno sotto la prefettura a rivendicare un diritto sono dei pagliacci, sono venuti meno ad un impegno morale e io non mi siedo a parlare con i mascalzoni. Se il prefetto mi chiamerà glielo dirò, se poi lui ha il potere di assumere queste persone lo facesse. Io non li assumo, né ora né mai. Faccio piuttosto l’avviso pubblico così potranno partecipare tutti quelli che sono stati fatti fuori quando loro hanno vinto e quando in modo sbagliato gli è stata applicata la proroga”.
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