giovedì 19 Settembre 2024
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San Giuseppe Vesuviano. Centro di accoglienza “Don Tonino Bello” rischia di chiudere. L’appello di Genny

San Giuseppe Vesuviano. “I poveri aumentano e le nostre casse sono sempre più esigue, aiutateci o saremmo costretti a chiudere”. Questo l’appello di Genny , responsabile parrocchiale del Centro di Accoglienza “Don Tonino Bello”di San Giuseppe Vesuviano. Da anni divenuto un punto di riferimento per meno abbienti e per persone con difficoltà. Una vera e propria casa di accoglienza all’interno della quale gli ospiti trovano conforto, assistenza da parte di personale altamente qualificato e da semplici volontari che hanno deciso di dedicare il proprio tempo libero a chi è meno fortunato, il tutto regalando semplici sorrisi accompagnati da un pasto caldo. Il Centro nel tempo è riuscito a garantire un centinaio di posti durante il giorno, con una trentina per le attività ambulatoriali quotidiane a color che bussano alla porta cercando aiuto, ristoro e a volte anche semplicemente di essere considerati, ma ora rischia ora di dover dimezzare la propria attività, se non addirittura chiudere i battenti perché le casse sono ormai sempre più esigue. Genny da oltre tre anni si occupa del Centro e nello specifico della raccolta dei generi alimentari attraverso i quali il centro riesce a garantire un pasto agli oltre cento “ospiti” che ogni giorno si recano nella struttura. “E’ vero siamo nel 2011 e sembra strano – spiega Genny – ma
purtroppo la crescente crisi economica ha fatto si che aumentassero gli “ospiti”per cui di contro, non si ha avuto un aumento dei generi alimentari come la pasta, i pelati e vari, anzi sono diminuiti. Il mio vuole essere un appello silenzioso ma che riesca ad essere efficace e che colpisca la sensibilità di tutti i nostri benefattori affinchè ci sostengono con la loro preziosa opera, ci mancano i beni primari e ognuno nel suo piccolo può aiutarci: non possiamo rimandare a casa coloro che confidando in noi come unica spiaggia di approdo, sono piccoli gesti che possono aiutarci, fatelo”. Il Centro di accoglienza mediamente prepara cento pasti al giorno e funziona sette giorni su sette, con una punta massima alla domenica, inoltre da qualche mese è attivo anche il servizio di microcredito, senza particolari garanzie, per coloro che si trovano in uno stato di necessità, è in funzione per due giorni alla settimana, servizio medico, e servizio barberia.

Giovanna Salvati

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