Il palcoscenico savianese chiude per la sesta volta i battenti. Lo fa con quella che, alla fine delle dieci totali rappresentazioni, sarà la novità dell’intera rassegna, cioè a dire, con lo spettacolo di cabaret di Enzo Catapano, “Mi faccio da solo (perché nessuno mi da una mano)” – presentata in sostituzione della commedia dello stesso autore “I quattro palazzi dei quattro portieri pazzi” – capace di portare una ventata di originalità molto apprezzata dal numeroso pubblico che si è mostrato componente dinamica nelle varie performance dell’artista sangiuseppese, dando ragione, casomai ve ne fosse bisogno, al ‘fiuto’ del direttore della kermesse, Giovanni Palladoro, che non ha esitato un attimo ad accettare il ‘cambio’.
L’inizio a sfondo sociale, il tema della ‘monnezza’ a Napoli e nel napoletano, si è avvalso del simpatico siparietto di tre giovanissimi atti a rappresentare il ‘sentimento’ del popolo partenopeo: il piccolo lord che vorrebbe scapparsene lontano; il suo ‘antagonista’ che non abbandonerà mai la sua terra; il terzo che avrebbe pronta soluzioni che però lasciano il tempo che trovano.
Il tutto intriso in una fresca comicità che inzuppa le sue argomentazioni in situazioni artistiche che oseremmo definire ‘collaterali’, quali l’animazione estiva nei villaggi turistici, dove ci si ‘ammazza’ di ‘gag’ infinitesimali dalle ‘sette di mattina alle 4 dell’alba successiva’ a cominciare dal ‘risveglio muscolare’. “E solo quello!” asserisce il Catapano, “Perché non si dorme mai abbastanza!!!”. Punto fermo dell’intera rappresentazione l’assiduo colloquiare col maestro Giovanni Ronga, altra colonna portante dello spettacolo, ottimamente intervallato da canzoni inedite ben sposate al tema del vibrante recital.
Ricordiamo “Non cercate di cambiarmi … finestre che guardano … l’Amore/tripudio per la sua donna”. E questo poco prima che Roberto Vecchioni trionfasse nella rassegna sanremese, guarda caso, dedicando il suo, forse, annunciato trionfo all’amore, a sua moglie ed alle donne in generale! E se non bastasse la nostra testimonianza, questa fortunosa coincidenza fa capire di quanto sia attuale lo spettacolo di Enzo Catapano.
Più ravvivata e partecipativa la seconda parte dello show, quando alla recitazione dell’artista si aggiunge quella schietta e spontanea ‘ingerenza’ del pubblico, invitato più volte a ‘collaborare’, facendo si che il protagonista della serata, parafrasando il titolo dello spettacolo, capovolgesse gli intenti. “Con Voi pubblico non mi sono mai fatto da solo!!!!”.
Nella fattispecie ci riferiamo al rapporto intercorso nelle personalissime ‘imitazioni’ ad un Lucio Dalla versione scimpanzé, con autentiche deglutizione in sostituzione delle parole dei suoi successi più noti. E dal passare dai ‘peli corporali’ del Lucio nazionale a quelli sintetici della pelliccia di Renato Zero che l’attenta costumista ha sapientemente agghindati, in modo da rendere il Catapano così vicino ai personaggi evocati.
Ma il momento clou/partecipativo si è verificato col richiamo a Claudio Baglioni, quando non è bastato più il pressoché continuo battimani. Il numerosissimo pubblico è stato invitato a fare da ‘spalla’ con un interminabile coro nelle intramontabili canzoni dell’artista romano che ha fatto sognare più di una generazione. Che dire? In un estroverso riassunto potremmo racchiudere la prestazione in una significante “E tu, questo piccolo grande amore, ci diverti strada facendo …”
Come non apprezzare, poi, quell’interminabile catena di ‘doppi sensi’, capaci di non cadere in facili volgarità, nel figurare le tematiche del computer, di intenet, del mondo virtuale. “Non capisci un you tube”; “il mio ‘fail’ è a posto”; “Mi mangio la ‘mel’”; “ti scanner…”; “è la chat” … e così via … indirizzate magistralmente in un divertente contesto per niente aleatorio , divenuta realtà quotidiana a furor di popolo. Esilaranti ‘equivoci’ che hanno facilmente trovato la strada della risata e del divertimento puro.
Da considerarsi, poi, apprezzabili le performance canore delle giovani artiste, del ‘maestro’ di colore integrato nella realtà napoletana sfruttando il viatico della musica … e dell’amico autore/regista che, piazzato faticosamente il ‘leggìo’ superando comicissime ‘difficoltà’ … da un foglio stropicciato, sgualcito, figurante contenuti sublimi … rievoca tragiche, sottovalutate scaramucce che, ‘scherzando scherzando’ portarono al fascismo!!! E, aggiungeremmo, con qualche dovuta proporzione, il pensiero parte spontaneo per le problematiche legate alle note vicende dei nostri giorni, dove la ‘pazzia’ regna sovrana in nome di preoccupanti personalismi.
E’ vero che in un teatro, e più generalmente ad uno spettacolo in genere, si va per divertirsi, per staccare la spina per qualche ora. Ma ci si va anche per ‘pensare’. Per non atrofizzare le nostre menti e i nostri cuori. E scusate se pongo l’ennesimo richiamo sanremese, quello che, condiviso o meno, ha scosso le coscienze in nome di una UNITA’ d’ITALIA che qualcuno, senza essersi guadagnato un briciolo di storia, vorrebbe far scricchiolare per i propri loschi, opportunistici interessi. Ci riferiamo all’intervento di Roberto Benigni!
Enzo, a parte tutto, grazie anche per averci fatto allargare qualche orizzonte altrimenti dormiente nelle soporifere tane del nostro menefreghismo!!!!
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