Castello di Cisterna. Un duro colpo quello inferto alle prime luci dell’alba di ieri al clan Egizio e Rega, l’apocalittico sodalizio che da anni controllava il territorio instancabilmente tracciando orma su orma estorsioni, traffico e spaccio di stupefacenti e molto altro ancora. Eppure c’era chi giurava che con la morte de “o’ tedesco” il boss Antonio Egizio, avvenuta nel lontano 1994 l’intera associazione camorristica fosse ormai stata decapitata. Ma le indagini portate avanti dal 2007 sino ad oggi hanno svelato tutt’altro che una geografia politica in via di estinzione. La morte de “O’ tedesco”, era forse stata la punta di rialzo dell’intera organizzazione, lui che con quel soprannome per i suoi passati da imprenditore della camorra in Germania, morendo aveva dato il via inconsapevolmente alla resurrezione dell’intero clan, ramificatosi con il clan Piscopo. Un esercito di uomini impegnati “a far rispettare” città come Casalnuovo, Brusciano, e la stessa Castello di Cisterna, cuore dell’operazione. A fare da spalla gli alleati di sempre:gli Orefice e i Foria, contrastati da i Di Paolo e i Canfora. Siamo nel 2004 e mentre il clan Egizio cerca di allargare i suoi orizzonti, il Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna non molla la presa e mette a segno l’esecuzione di numerose ordinanze,ai danni del cartello criminale costituito dai clan camorristici Gallucci, Piscopo, Messina. Nel frattempo due dei massimi esponenti del clan Egiziano vengono arrestati l’ 11 gennaio 2007. Ma per il clan de “o tedesco”, che continuerà a custodire l’eredità mafiosa, sembra in agguato l’ennesimo colpo di grazia. E’ il 31 marzo del 2008 e viene ucciso, con tre colpi di pistola, Pasquale Matteo, 43 anni, ritenuto appartenente all’ex clan Egizio, operante tra Volla e Casalnuovo, nelle campagne di Succivo, a circa 20 Km da Caserta. Il riconoscimento del cadavere avviene solo grazie alla mancanza di una falange della mano, che gli era stata amputata nel maggio dell’anno precedente, a seguito delle ferite riportate nel corso di un agguato nel quale rimase ucciso un altro affiliato al clan. Nell’aprile del 2009 il clan inizia a vedere il suo vero e proprio tramonto. Una maxi operazione condotta dai carabinieri di Castello di Castello di Cisterna battezzata come “Pomigliano Città aperta”, porta all’arresto di cinque affiliati del clan Egizio. Con le manette ai polsi finiscono il capo-clan Umberto Egizio, 44 anni, Mariano Lanza, 37enne di Mariglianella, Tommaso Rega, 20enne di Castello di Cisterna, figlio di Giovanni, “alias Cosciastorta” attualmente detenuto all’ergastolo per omicidio, capo dell’omonimo clan già operante su Castello di Cisterna,Vincenzo Brassini, 33enne di Napoli e Gaetano Dell’Ermo, 24enne di Castello, figlio di Ciro dell’Ermo, elemento apicale del clan Rega, attualmente detenuto per omicidio. Nel corso delle perquisizioni domiciliari i Carabinieri arrestarono, in flagranza di reato, Rosario Rega, fratello gemello e convivente di Tommaso, ritenuto responsabile di detenzione abusiva d’arma da fuoco e munizioni, trovato in possesso di una pistola a tamburo di fabbricazione estera, calibro 38, senza matricola, perfettamente funzionante e completa di 20 colpi. Nella stessa occasione fu sequestrata anche una Porsche Cayenne S, di proprietà di Brassini, del valore di 100mila euro, acquistata con i proventi illeciti ed utilizzata per favorire le attività delittuose. Qualcosa sta cambiando, qualcosa sta per segnare la sconfitta definitiva di due clan che hanno visto troncare in partenza quella che doveva rappresentare un’ “alleanza infallibile”.
Giovanna Salvati
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