Somma Vesuviana . Una nuova bufera si è abbattuta sul comando di polizia municipale di Somma Vesuviana guidato dal Maggiore Vincenzo Di Palma. Al centro della burrasca ci sarebbe un caso di abusivismo edilizio operato da un cittadino e, se le indagini in corso lo dimostreranno, insabbiato da un vigile urbano che avrebbe avuto l’obbligo di accertare l’illecito. L’avviso di garanzia ha raggiunto M.B., uno degli uomini in servizio al comando ed un cittadino P.C.. Ad emettere il provvedimento il pm della Procura della Repubblica di Nola Giuseppe Visone che contesta al cittadino l’abusivismo edilizio, mentre al vigile gli articoli 479 (falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) e 476 (Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) del codice penale. La notifica al vigile urbano sarebbe arrivata il 24 dicembre scorso. I fatti sui quali la Procura indaga risalirebbero alla fine dell’ottobre scorso. Al comando della stazione dei carabinieri di Somma Vesuviana, coordinata dal comandante Raimondo Semprevivo, ed alla Procura della repubblica di Nola sarebbe arrivata una segnalazione anonima che denunciava la costruzione di un manufatto abusivo in via Micco, strada di periferia di Somma Vesuviana. La stessa segnalazione avrebbe messo in evidenza il fatto che il vigile fosse andato a controllare, sempre dopo una segnalazione anonima giunta qualche giorno prima al comando di polizia municipale, senza prendere alcun provvedimento. A quel punto si sarebbe messa in moto la macchina investigativa dell’Arma. Quando i carabinieri si sono recati sul posto avrebbero in effetti trovato il manufatto abusivo. Alla struttura ancora oltre di oltre 100 metriquadri che affaccerebbe su un giardino i militari avrebbero posto i sigilli. A quel punto P.C. avrebbe raccontato agli uomini della Benemerita di aver avuto la visita del vigile, ma che lo stesso non avrebbe riscontrato anomalie. Dopo qualche giorno però all’uomo sarebbe stata notificata una sanzione amministrativa di 516 euro come sanatoria di una DIA (dichiarazione di inizio attività). A quel punto gli uomini di Semprevivo avrebbero richiesto all’ufficio tecnico del comune sommese il certificato in questione visto che, da quello che sarebbe dovuto essere un casotto, risulterebbe in realtà un appartamento di oltre 100 metriquadri. L’ufficio tecnico, ignaro di tutto, avrebbe risposto picche alla richiesta dei carabinieri i quali avrebbero avviato, insieme alla Procura, le indagini per far luce sul caso.
Gaetano Di Matteo
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