Queste notizie ci giungono dall’associazione A.I.S.A.R. che opera nel campo alberghiero/ristorativo per divulgare la professionalità nel settore, mirando alla continua formazione e agli scrupolosi aggiornamenti, volti agli operatori settoriali. Lo richiede il campo del turismo culinario, delle molteplici forme di esso, essendo in continua crescita trova sempre più esigenza nel richiedere figure che adoperino secondo una accurata professionalità, specializzate e formate in merito.
E a proposito di specializzazioni, apprendiamo che la ‘sferificazione’ è una tecnica della gastronomia molecolare che riesce a trasformare un liquido in una massa della consistenza di una pallina di caviale, rigida all’esterno e con liquido all’interno. Attraverso la ‘sferificazione’ è quindi possibile creare piccole sfere alcoliche e drink molecolari provocando al palato la sensazione di una pallina che scoppia in bocca rilasciando i suoi umori interni.
L’associazione si prefigge l’obiettivo di progettare e gestire le attività di formazione dei soci, mirando agli aggiornamenti e alla riqualificazione professionale dei giovani già immersi o da inserire nel mondo del lavoro, per il continuo svilupparsi del settore ristorativo e alberghiero di spessore.
A tutela per i propri iscritti promuove forme di assistenzialismo: legale, previdenziale e fiscale, andando a favorire l’inserimento dei lavoratori nella realtà sociale del Paese. Nel contempo promuove la tutela dei diritti e degli interessi etici e morali degli stessi.
“Centomila cuochi artigiani, è questo il nostro patrimonio”, asserisce il presidente della locale A.I.S.A.R. che opera nella zona. “Il valore della cucina italiana si fonda sulla artigianalità e su alcune finezze, quali il caffè. L’espresso è l’atto finale del pasto, ma i ristoratori spesso lo trascurano. Dovrebbero invece essere attrezzati per far fronte a un picco di richieste, come in pausa pranzo, garantire la massima qualità, anche a servire cento caffè in dieci minuti. Credetemi, si può!”.
Ciò è necessario, e non solo per il caffè, anche perché il popolo notturno si trasforma: vuole socializzare di più, esce meno in gruppo, spende meno, rientra a casa prima. E cerca locali adatti ai suoi nuovi gusti. “Questo mutare del tipo di offerta e destinazione – conclude il La Marca – invita i locali della notte ad adattarsi alle abitudini di consumo in continua evoluzione degli italiani. Infatti, in quei luoghi di ritrovo e socializzazione si confermano in rapida ascesa l’aperitivo e l’Happy hour, la cena, la musica, la serata culturale”.
Buono a sapersi!
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