A ripresentare l’accattivante trama, con l’attenta regia di MARPEBIAN, gli attori Mario ARIENZO, Bina CASORIA, Peppe CIRINGIO’, Andrea RUSSO, Autilia NAPOLITANO, Maura TRONCI, Antonio ESPOSITO Pipariello e Gianni ONORATO, per un’ora e mezza di spettacolo che sicuramente convoglierà nello storico cine/teatro bruniano il pubblico delle grandi occasioni.
Per i neofiti di questa rappresentazione ne anticipiamo il ‘succo’. “Il vedovo Antonio Orefice, che tiene in casa la ancor giovane suocera e la figlia fidanzata con un giovane ‘malato immaginario’. vorrebbe trascorrere il ‘settimo’, la domenica in assoluta tranquillità. Antonio odia un suo vicino di casa, Vincenzo Camporeale, perché, pur percependo il suo stesso stipendio, quest’ultimo possiede un attico con piscina, auto fuoriserie e, in più, è circondato da belle donne con le quali conduce una dispendiosa ‘dolce vita’ … ma che una brutta domenica è costretto perfino a dare ospitalità a un bandito armato. E da qui si scatenano una serie di situazioni paradossali, ma significative del particolare vivere ‘napoletano’”.
Dell’opera riportiamo alcune note della regia: “Il settimo si riposò è’ una delle più belle commedie del Fayad. La comicità nasce dal dramma di Antonio Orefice, che non riesce ad ottenere niente di ciò che desidera, anzi consegue proprio il contrario. L’opera mette in evidenza con grande ironia, difetti e manie che colpiscono un poco tutti: l’invidia, l’amore non corrisposto (della giovane suocera), il desiderio di una vita tranquilla e magari più gratificante … ma che ci ammonisce anche ad accontentarci di ciò che abbiamo … perché, come dice Antonio, se ti incanali per la strada sbagliata, ‘Al peggio non c’è mai fine!’ Nonostante ciò, la sua proverbiale ‘visione stoica’ della vita, lo porta ad avventurarsi in situazioni sempre più problematiche, per tentare di ‘sovvertire’ la ‘fortuna’ che assiste sempre Vincenzo, il detestato dirimpettaio, e non lui! E così finisce per cacciarsi …”.
Chiaramente lasciamo che siano gli spettatori in sala a scoprire il funambolico finale di questa rappresentazione nella quale è implicita tutta la ‘napoletanità’ di Samy Fayad, nato a Parigi nel 1925 e deceduto a Napoli, dove era vissuto dall’età di 13 anni, nel 1999. E proprio nella città partenopea l’autore ha trovato terreno fertile per la ‘creazione’ di sempre nuovi personaggi, a descriverne i costumi e l’ambiente in cui vivono, creando un vasto repertorio teatrale che lo portarono anche in RAI!
Alla fin fine affidiamo alla bravura dei protagonisti di casa nostra il compito di farci rivivere le sensazioni sbalorditive, il senso tragicomico, nonché il messaggio implicito rivelatoci dall’intero contesto di questa commedia, che ha sempre trovato l’indiscusso consenso del pubblico e della critica. La parola passa a Bina, Autilia, Maura … a Peppe, Mario, Andrea, Antonio e Gianni con l’unica parola d’ordine possibile: “Divertiteci!”
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