La povertà in Campania aumenta. E’ quanto emerge dai dati raccolti nel dossier regionale sulle povertà curato dalla delegazione di Caritas Campania. La ricerca analizza i dati riguardanti 16 diocesi campane e raccolti in 33 centri d’ascolto, dove sono transitate, nell’arco del 2009, 6.017 persone. “Ad un primo confronto con i dati dello scorso anno – spiega il sociologo Ciro Grassini, coordinatore della ricerca – emerge che sono aumentate notevolmente le persone, soprattutto le famiglie che si sono rivolte ai centri d’ascolto per chiedere lavoro, beni e servizi materiali e aiuto economico, gli utenti censiti nel 2008 erano 4.712 e l’incremento è dunque del 27,7% mentre negli ultimi tre anni l’utenza è raddoppiata in quanto nel 2007 si erano rivolte ai centri d’ascolto Caritas 3.166 persone”. Ma qual è il volto dell’utente che si bussa la centro d’ascolto Caritas? Si tratta, in maggioranza di persone con difficoltà lavorative (70,1%). “Gli indicatori regionali di sfondo ci spiegano – dice Grassini – le ragioni di quest’incremento, mostrando in Campania una crescita economica negativa che ormai si protrae da tempo. L’analisi del Pil (-5,4%, nel 2009 rispetto all’anno precedente) ci dimostra infatti che la crisi è pertanto intervenuta in una situazione socio-economica già molto difficile per la Campania, rendendola drammatica”. Il fattore occupazionale è la causa fondamentale dell’aumento della povertà il 70,1% degli utenti Caritas infatti è disoccupato dato confermato dal fatto che dal 2006 ad oggi in Campania, in appena 4 anni, sono andati persi quasi 200.
000 posti di lavoro dissipati e mai più rimpiazzati. Cresce anche il numero degli sfiduciati che hanno smesso persino di cercare un lavoro, convinti che nonostante i loro sforzi non avranno alcuna possibilità di trovare un impiego. Non va sottovalutata poi la presenza del 14,5% di occupati che si rivolgono ai centri d’ascolto per chiedere aiuto, e che sono indicativi di una condizione economica precaria, anche per chi non è in situazioni di povertà assoluta. Da questo dato si comprende che anche avere un reddito certo può non bastare per arginare le difficoltà quotidiane. Sappiamo che nella maggioranza dei casi si tratta di famiglie monoreddito, spesso con tre o più figli a carico. Il 43,2% di famiglie che riferiscono di non riuscire a sostenere spese impreviste. La famiglia è dunque la principale protagonista all’interno dei Centri di Ascolto, infatti che vivono con propri familiari o parenti il 65,8% degli utenti Caritas, dato che raggiunge l’80,8% se ci riferiamo esclusivamente agli italiani; vivono da soli appena il 19,4% degli individui che si rivolgono ai CdA campani. Nei Centri di Ascolto siamo in presenza di famiglie italiane che hanno difficoltà economiche di ogni genere: perché non hanno soldi per spese alimentari o mediche, vestiti necessari o per pagare affitti e bollette. Il loro indebitamento cresce ogni anno, considerando come rilevato da una classifica nazionale fra le 102 province italiane, quella di Caserta occupa il primo posto mentre Napoli è al quarto.
La redazione
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