Caos al Torricelli. Negli ultimi due giorni la protesta degli studenti ha raggiunto picchi elevati. Lunedì mattina i ragazzi insorti sono entrati nelle palestre dei due edifici con l’intento di tenervi assemblee autonome ma ne sono usciti poco dopo grazie all’intervento di professori e forze dell’ordine. I carabinieri, celermente allertati dal dirigente scolastico, sono accorsi immediatamente prima nell’istituto di via Aldo Moro, dove la situazione sembrava essere meno gestibile, poi in quello di via S.Aloia, dove è continuata fino a mezzogiorno l’occupazione simbolica del cortile. Scene simili il giorno seguente, quando si è tenuto un sit-in ed un’assemblea fuori l’istituto di via S.Aloia. “La causa scatenante della rabbia espressa è stata certamente la chiusura della palestra della sede centrale, con la quale gli studenti sono stati costretti a dire definitivamente addio alle ore di educazione fisica pratiche” spiegano i rappresentanti d’istituto. Problema doppio per sei classi della succursale che, per via della mancanza di aule, sono costrette ad effettuare le due ore settimanali di educazione fisica nel giorno di “rotazione”. In altre parole, per un giorno a settimana dovrebbero recarsi a scuola solamente per due ore, ma qui c’è l’intoppo: dove effettuare queste due ore, in una scuola che non ha palestre né aule? Dal 14 settembre, come si può leggere dal sito ufficiale del Torricelli, a causa dell’indisponibilità della palestra le classi impegnate nello svolgimento dell’educazione fisica (che è una materia che concorre al pari delle altre nella media finale) nella giornata di rotazione, semplicemente, non la effettuano. I rappresentanti d’istituto, visibilmente soddisfatti per “l’ampia partecipazione e l’ondata di spontaneismo dimostrato dai loro compagni” negli ultimi due giorni, hanno spiegato che il dirigente scolastico si è dimostrato comprensivo nei loro confronti e ha fatto in modo da accontentarli nelle loro richieste. Risultati portati a casa sino ad ora: l’intervento immediato dell’ASUB che martedì mattina ha messo fine al problema “infiltrazioni” della prima palestra e la riparazione degli impianti di riscaldamento in succursale. “Ma non ci fermeremo” assicurano i leader del movimento “Se protestiamo non è contro la persona del preside né, come ci hanno accusati, perchè non abbiamo voglia di studiare. Abbiamo il diritto di dire basta ad una situazione che, dopo tanti anni, comincia ad essere degradante. Ciò che ci dispiace” continuano “E’ il fatto che per essere ascoltati abbiamo dovuto inscenare questa protesta, sebbene avessimo già ripetutamente manifestato il nostro disagio attraverso gli organi collegiali, in modo più che democratico. Ad ogni modo, siamo fiduciosi nell’azione del preside che ci ha promesso che domani mattina arriveranno dei tecnici che si metteranno all’opera per risolvere anche il problema della palestra della sede succursale”. Il disagio, per inciso, nasce da problemi burocratici: la Provincia ha finanziato i lavori di ristrutturazione, terminati nel mese di luglio, ma è indecisa sul rilascio di un certificato di regolare effettuazione dei lavori.
Angela, una studentessa manifestante, è polemica nei confronti dei suoi compagni: “Tutte le scuole d’Italia stanno protestando contro la riforma Gelmini, ed è bene anche per noi non uscire da questi binari. Il nostro problema è solo l’espressione di quanto i tagli alle istituzioni scolastiche e alle amministrazioni pubbliche facciano del male alla scuola italiana”.
L’autunno caldo degli studenti di Somma Vesuviana non sembra ancora volgere al termine.
Gennaro Addato
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.