Antonella è serena, legge la sua intervista pubblicata da Metropolis e abbozza un sorriso. E’ stata come una confessione, e ammette di sentirsi più leggera. Certo, adesso le danno la “caccia” tutti, ma lei starà per un po’ fuori dalla scena, lontana dai riflettori. Una scelta che aveva già messo in preventivo prima di aprire le porte del suo mondo.
A Ottaviano sono in tanti ad aver capito, o almeno così dicono. Molti però restano curiosi di capire chi possa essere quella “ragazza della porta accanto” precaria di giorno ed escort di sera.
Lei dei commenti non si interessa, tanto “è sempre facile giudicare”.
Chi certamente ha capito chi c’è dietro una confessione choc e meditata, invece, ci accoglie nel suo negozio di abbigliamento tra pullover e tailleur. Per lei non è un problema parlare del mondo delle escort, di sesso e compagnia a pagamento.
“Ho letto la confessione di Antonella”, dice. “Non vedo nulla di male”.
A Ottaviano, a San Giuseppe Vesuviano, negli altri comuni dell’hinterland vesuviano non si parla d’altro. Commenti più o meno duri, condanne morali, assoluzioni, giustificazioni e persino scomuniche. Arrivano a pioggia anche su Metropolisweb, che ha diffuso on-line l’intervista della escort di Ottaviano. Era normale anche questo.
“La gente dice e pensa ciò che vuole, a noi non interessa”. S.A. è una 43enne di San Giuseppe Vesuviano, carattere determinato, poche parole. “Ciò che fa rabbia non è la scelta di Antonella, ma il fatto che una ragazza laureatasi in fretta, e soprattutto in gamba, non riesca a trovare un lavoro stabile in questo territorio”. E aggiunge: “Dovrebbero vergognarsi altri non lei. Cioè dovrebbero vergognarsi i responsabili di questa crisi che non passa mai”.
La vive anche sulla sua pelle, la crisi economica. Gli affari non vanno a gonfie vele come un tempo. Il commercio arranca anche a San Giuseppe e così anche lei arrotonda. S.A. non si definisce così, ma tecnicamente è il “datore di lavoro” di Antonella, la escort di 26 anni di Ottaviano. Lei si definisce un’amica della bionda tutta curve e fascino. “In quell’intervista non ci ho trovato nulla di particolarmente choccante, se non la semplice realtà”.
Chiede di tenere in tasca macchina fotografica e registratori, perché se bisogna chiacchierare, lo si faccia senza lasciar traccia.
Ovviamente non vuol sentir parlare di “squillo”, di “prostituzione”, di “sfruttamento”. Niente di tutto questo c’è nella sua logica.
“Stiamo parlando di un giro di persone perbene e non ci trovo nulla di male”, dice la donna. “Le nostre hostess sono ragazze che vengono comunque selezionate, alle quali serve lavorare, e alle quali offriamo impegni tranquilli e convenienti dal punto di vista economico.Ma non proponiamo sesso”.
Insomma, l’agenzia di San Giuseppe Vesuviano, o almeno l’agente che sceglie di affrontare il fenomeno, sostiene di operare nel lecito.
La commerciante coordina gli impegni delle hostess per incontri e convegni, “se poi decidono di fare sesso con i loro clienti a noi, a me, non interessa. Per me sono hostess e vengono e devono essere rispettate come tali”. Più o meno ciò che ha detto Antonella, che però ha lasciato intendere che in caso di “straordinario”, anche l’extra viene diviso con l’agenzia. “Accetto ogni cosa ed ogni critica, ma le mie ragazze sono lontane dalla prostituzione”, dice la donna. Che insiste prima ancora della domanda successiva. “Assolutamente non si devono confondere le due cose, le mie ragazze frequentano anche il mio salotto di casa. Sono amiche, non sono per nulla prostitute, né squillo. C’è una netta differenza”. Quale sia o meno la differenza è lei stessa a chiarircela. “Ragazze come Antonella non fanno parte di quei cataloghi che pure si trovano nelle agenzie on-line sui quali si mettono in vetrina accompagnatrici e ragazze immagine, e nemmeno vengono messe completamente nelle mani dei clienti, che poi sono quasi tutti miei amici”.
Già, molti amici. “Sì, ne ho parecchi e a volte vogliono andare a feste oppure a incontri, soprattutto quelli politici, con ragazze piacenti, come fossero un biglietto da visita per opportunità maggiori”. Altri amici sono semplicemente “stanchi delle famiglie e della routine quotidiana”. Così trascorrono qualche ora svagandosi. “Loro pagano e io ringrazio”. Lei non è la moglie del medico che ha convinto Antonella ad entrare nel giro, lei la 26enne di Ottaviano l’ha conosciuta dopo. Single per scelta anche lei come Antonella, anche perché bisogna avere molto tempo per seguire contemporaneamente la sua boutique e l’attività parallela dal salotto di casa.
“Quando i miei amici chiedono qualche amica per una serata, io chiamo Antonella o le altre ragazze, illustro loro le occasioni e loro tranquillamente si organizzano”.
Così guadagnano tutti: le ragazze e lei. ”Sì ma non pensiate che macino migliaia di euro. A me lasciano una somma di ringraziamento, il resto è per le ragazze. Sono loro che fanno incassi da capogiro”.
E’ lei il collegamento con l’agenzia di San Giuseppe, che poi è collegata a doppio filo a quella di Castellammare di Stabia. “E’ un rapporto di collaborazione, ma non di dipendenza. Ci sono affari paralleli ed altri che si intrecciano. Ma se ci si rivolge alle agenzie si spende di più perché lì tutto è gestito ufficialmente. Le ragazze sono iscritte, fanno le ballerine, e alcune di loro anche le hostess.
Giovanna Salvati
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