venerdì 20 Settembre 2024
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Somma Vesuviana, proteste per i rifiuti depositati dal Comune negli stabilimenti Iovino

Somma Vesuviana. I venti dell’intifada terzignese soffiano anche sulla cittadina sommese. Così nella serata di sabato un gruppo di persone è scesa in strada a protestare contro la decisone del Comune di depositare temporaneamente una serie di scarrabili con dentro la parte di rifiuti indifferenziata non scaricabile presso Cava Sari, la discarica chiusa di Terzigno. Il sit-in si è tenuto di fronte agli ex stabilimenti Iovino in via Santa Teresa presso la località Riaglio. E’ qui che infatti che da almeno venerdì l’Igiene Urbana, la ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti sommesi, sta scaricando la monnezza prelevate per le strade della cittadina vesuviana (in realtà a Somma è entrato a regime il servizio del porta a porta). “Non è possibile che ogni qualvolta si parli di rifiuti ed emergenza debba essere questa zona a pagare. Vogliono pulire Somma, allora portino i loro scarrabili in qualche altre periferia della cittadina. Siamo stufi di dover convivere ciclicamente con il fantasma dei rifiuti”. A protestare sono soprattutto le genti di via Colle, quelle che già in passato sono saltate agli onori della cronaca per aver protestato lungamente durante la seconda emergenza dei rifiuti allorché, l’allora commissario ad hoc Gianni De Gennaro, decise che in quella dovessero essere depositate temporaneamente alcune ecoballe. A tentare di placare gli animi e ad evitare che il tam tam possa trasformarsi in incendio ci ha pensato Raffaele Angri, assessore all’ecologia ed ai lavori pubblici, dell’amministrazione di centrodestra di Raffaele Allocca. “La gente non deve allarmarsi. Quella di depositare alcuni scarrabili temporaneamente sul nostro territorio è una scelta fatta nell’ottica di mantenere pulita la nostra cittadina nonostante la crisi di Terzigno. Negli stabilimenti Iovino” ha precisato l’assessore “stiamo depositando solo l’indifferenziata, mentre la differenziata e l’umido continua normalmente il proprio percorso sia di raccolta che di smaltimento”. A decidere l’operazione, sempre secondo Angri, sarebbe stato lo stesso primo cittadino che “ha firmato un’ordinanza sindacale contengibile ed urgente per motivi di emergenza di salute pubblica dopo aver ricevuto il parere favorevole dell’arpac”. Capitolo costi. Secondo l’il titolare dell’Ambiente sulle casse dell’Ente “graveranno solo i costi relativi al fitto degli scarrabili (20 euro giornalieri per ognuno n.d.r.), mentre lo spazio è stato messo a disposizione a titolo gratuito dalla famiglia Iovino”.

Gaetano Di Matteo

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