DA METROPOLIS DEL 24 OTTOBRE
Sant’Anastasia. “Viene naturale pensare che quel progetto sia stato rimosso per accontentare persone politicamente vicine al Sindaco”. Così scrivono gli esponenti dell’associazione “neAnastasis” in un documento, e il progetto di cui parlano è la tanto contestata Isola ecologica la cui realizzazione è stata trasferita, per volontà dell’esecutivo di centrodestra, dal quartiere Boschetto a via Romani, nei pressi della scuola media “Elsa Morante”. “La recente delibera di giunta (n.178 del 5 Ottobre 2010) con la quale si è ufficialmente abbandonato il vecchio progetto per proporne uno nuovo non fa che alimentare i nostri dubbi”, aggiungono, “A settembre 2008 l’Amministrazione Provinciale di Napoli promulgò un bando per finanziare la realizzazione di isole ecologiche per potenziare la raccolta differenziata. L’area individuata nel 2008 dal Comune si trovava in prossimità di via Gramsci (località Boschetto). Il nostro Comune partecipò al bando ottenendo, nell’ottobre 2009, un finanziamento di 360.000 euro. L’erogazione era però subordinata all’inizio effettivo dei lavori entro 12 mesi dalla data d’assegnazione (quindi ottobre 2010), pena la revoca del finanziamento. Come associazione civica non ci opponemmo a quel progetto perché, per quanto discutibile la scelta del sito, ci pareva importante, per l’interesse della collettività, vedere realizzato un impianto che avrebbe potuto farci fare un salto di qualità nella raccolta differenziata. Eravamo anzi preoccupati per i ritardi che si accumulavano e per questo nel mese di luglio 2010 inviammo all’attenzione del sindaco una lettera per capire lo stato delle cose. A quella lettera non fece seguito nessuna risposta come, purtroppo, costume di questa e delle precedenti amministrazioni”. Il tempo è passato e col rischio di perdere i fondi l’esecutivo di centrodestra ha deciso di modificare la sua precedente decisione. “Nelle motivazioni della nuova delibera si legge che la rinuncia del precedente progetto sarebbe dovuta a proteste dei cittadini”, spiegano ancora quelli di Neanastasis, “e ad una diffida (pervenuta al comune nel febbraio 2010) con la quale si vietava il passaggio attraverso una strada privata che porta all’area di proprietà comunale. L’intera faccenda si presta a diverse osservazioni e presenta spunti per nutrire serie preoccupazioni in materia di trasparenza. In primis, non ci risulta nessuna forma di manifestazione pubblica di dissenso. Non escludiamo che qualcuno abbia protestato ma si sarà trattato di singoli o di pochissime persone. Ci sembra però strano che per questo non si sia realizzato un’opera di pubblica utilità. Ciò poi costituisce un precedente molto pericoloso per il futuro perché dobbiamo aspettarci che nuove proteste, magari ben motivate, possano bloccare anche il nuovo progetto. Per quanto riguarda la seconda questione (la diffida) non si capisce perché il Comune non abbia resistito alla lettera di interdizione per l’accesso al fondo in questione. L’istituto della servitù prediale (art. 1027 codice civile) garantisce l’accesso ad un fondo attraverso altrui proprietà. Figuriamoci quando si tratta di un fondo utilizzabile per un servizio comunale. Insomma, entrambe le motivazioni ci appaiono estremamente deboli e, per giunta, giungono con grande ritardo (a cinque mesi dall’insediamento della nuova giunta. Viene naturale pensare che quel progetto sia stato rimosso per accontentare persone politicamente vicine al sindaco”. Già perché la diffida in questione è firmata da un giovane avvocato che è un dirigente del Pdl anastasiano e genero del diffidante, un imprenditore considerato tra i principali supporter dell’attuale sindaco. “Ancor più grave ci sembra la procedura adottata per individuare la nuova area”, continuano, “Nella delibera non si accenna a nessun criterio tecnico e oggettivo per individuare proprio quell’area. Se già la scelta dell’area in località Boschetto non poteva certo dirsi felice, con la nuova delibera si rasenta la follia. Un’isola ecologica, pur presentando un basso impatto ambientale, rimane pur sempre un impianto industriale, un luogo cioè dove vengono stoccati e pre-lavorati rifiuti di ogni genere tra cui l’umido (maleodorante) e, in caso di crisi, anche rifiuti tal quale. La scelta di collocare un impianto del genere in un’area residenziale che da anni aspetta una riqualificazione in termini di infrastrutture ci sembra del tutto fuori luogo. Ma la cosa forse più grave è di realizzare un tale impianto a ridosso di una scuola (Elsa Morante). Ammesso che difficoltà insormontabili abbiano bloccato il vecchio progetto (di cui sarebbe bello conoscerne i dettagli) riteniamo che si sia proceduto con molta superficialità e poca trasparenza nell’approntare il nuovo. La crisi dei rifiuti di questi anni e le barricate dei cittadini che si opponevano alla realizzazione di qualsiasi tipo di impianto (anche un semplice impianto di compostaggio) avrebbe dovuto insegnare alla classe politica che su questa materia occorre si decisionismo ma è fondamentale il coinvolgimento dei cittadini. Siamo convinti che si sarebbe dovuto procedere aprendo un confronto allargato, a partire dal Consiglio Comunale che rappresenta nella sua interezza la comunità anastasiana”. E infine arriva un valido suggerimento, quello di utilizzare o “una delle due aree D5 previste dal PRG per i Piani di Insediamenti Produttivi” oppure le “aree confiscate che sono state utilizzate per anni come discariche abusive”. Chissà se anche in questo caso però non ci siano motivi politici che impediscano al centrodestra, sindaco in testa, di valutare quest’ultima ipotesi, considerato a chi appartenevano (prima della confisca) questi beni, anche in questo caso elettori dell’attuale maggioranza.
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