Pomigliano d’Arco. Mattina convulsa quella di ieri. Davanti allo stabilimento di Pomigliano, oltre la lite Fiom-Fim, anche la presenza dei tre lavoratori della Fiat Sata di Melfi, licenziati dall’azienda lo scorso luglio, e poi reintegrati dal giudice. “E’ una giornata di unità e solidarietà tra gli operai di Pomigliano e quelli di Melfi licenziati dalla Fiat”, ha sostenuto il segretario regionale della Fiom Campania, Maurizio Mascoli che era con loro davanti all’ingresso 2. “I tre operai di Melfi – ha aggiunto Mascoli – sono stati oggetto di una repressione inaudita da parte del Lingotto che è arrivato a non rispettare una sentenza della magistratura. E’ chiaro che l’accordo di Pomigliano vuole essere portato in tutte le fabbriche d’Italia, con condizioni capestro che annullano i diritti degli operai che violano anche le leggi del Paese”. Però sono stati pochi gli operai del ‘Giambattista Vico’ di Pomigliano D’Arco che si sono fermati a dare solidarietà ai tre lavoratori di Melfi licenziati dalla Fiat. Molti operai del Vico hanno preferito tirare dritto, abbassando la testa, di fronte ai tre loro colleghi della Fiat Sata di Melfi: solo qualcuno gli si è avvicinato. “Li capiamo – ha detto Gianni Barozzino, uno dei due delegati Fiom licenziati – hanno paura di fare la nostra stessa fine. E’ avvenuto anche davanti ad altri stabilimenti, anche se qui in maniera accentuata. Ma i lavoratori di Pomigliano li capisco di più: lavorano per pochi giorni al mese, ed hanno alle spalle un referendum che era un vero e proprio ricatto. Allo stesso tempo, però, mi chiedo se uno Stato democratico può consentire che le cose vadano a questo modo”. Mario Pignatelli, l’operaio iscritto alla Fiom che è stato licenziato insieme con i due delegati Barozzino e Lamorte, ha affermato di aver portato solidarietà ai colleghi di Pomigliano: “Sono ricattabili – ha sottolineato – a loro va la nostra solidarietà per quello che sta accadendo a Pomigliano, ed a noi è giunta la loro, anche se ai cancelli hanno avuto paura delle telecamere. Ma noi siamo stati qui, come negli altri stabilimenti Fiat, perché sappiamo di essere il simbolo, i precursori di quanto accadrà nelle fabbriche con l’accordo che da Pomigliano porteranno anche altrove. Se scioperi ti licenziano”.
Foto fonte Internet
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