Striano. Ennesimo disastro ecologico, uno spettacolo ribattezzato come esempio di vergogna e catastrofe. Questa volta a nascondere una vera e propria discarica a cielo aperto è la cittadina strainese. Piccola realtà di appena ottomila abitanti, ma che a guardare le tonnellate di rifiuti abbandonati per le strade, sembra invece la metropolitana della vergogna. Ebbene si. Ci troviamo nella parte periferica di Striano e da via San Valentino, in quella che dovrebbe rappresentare la rete nevralgica principale per la futura Tav, inizia il nostro viaggio. Gli occhi sgomenti ed increduli non possono far altro che toccare con mano il disastro ambientale che si consuma ogni giorno. Nel silenzio attonito e nell’afa di un giorno di luglio, si può guardare come la natura soffre soffocata da sacchetti ricolmi di ogni genere e quantità. A fargli compagnia solo gli automobilisti che con indifferenza piena continuano il loro viaggio in corsa. Ad accoglierci è proprio il nauseabondo odore di tutta quella munnezza. I brividi sulla pelle per cosi tanto scempio, la nausea di quel che prima era una bellissima distesa di prati in fiori ma che ora accoglie appezzamenti di contadini che coltivano. Ma cosa? Ci viene da domandarci se a meno di qualche centimetro scorre cosi tanta immondizia. Tante le scorie che si trovano qua e la sparse: scarti di rimozione edili, pietre, mattonellato, scarti di marmo, pneumatici, rifiuti speciali, scarti di arredamento e ancora quant’altro nessuna possa immaginare. Un vero e proprio mini market, sotto gli occhi di tutti ma nel pieno dell’indifferenza degli stessi. Il polmone verde della cittadina, periferico ma centrale allo stesso tempo, non è l’unico scenario surreale che si può riscontrare nella “simpatica” visita turistica. Percorrendo l’intero tratto di strada pneumatici fanno da marcipiede, ma quello che più spaventa è una fogna senza la minima copertura e messa in sicurezza. “I bambini ci vengono persino a giocare”. Se per assurdo un pallone finisse in quella buca ed un bambino ignaro si recasse li per recuperarlo, la morte sarebbe l’unico regalo di una cattiva gioventu che potrebbe raccogliere al posto dle suo pallone. Ma basta guardare con più attenzione per scovare qualcosa di ancora più grave e raccapricciante. Lungo il tratto, nascosti dai rifiuti, scorre un canale. Pochi passi per avvicinarsi e toccare con mano quanto di più orribile e disastroso si nasconde. Liquami nocivi solo a vederli. Un’analisi chimica invece per dimostrare che quello che sta accadendo a Striano può rappresentare una bomba ecologica di dimensioni enormi. Il canale che probabilmente raccoglie le acque e fogne, per non dire scarichi abusivi, chissà di chi e chissà di cosa, è la vera ciliegina sulla torta. Ma non finisce qui. Il viaggio continua e ci spostiamo in via Sant’Arcangelo. E qui che tutto diventa da migliore film horror. I rifiuti aumentano e con essi la loro pericolosità. Qui il coktail diventa ancora più complesso: amianto, è solo l’inizio, scatoli di materiale pirotecnico made in China. Ma di cinese ci sono anche ritagli tessili, per invece l aproduzione italiana ci pensano i barattoli di pomodori, giochi dismessi e dulcis in fundo persino buste della raccolta differenziata di plastica. In via Piano invece è un kilometro di residui di rifiuti a dettare la conclusione: lo scatto si ferma prima sul cartello in bella vista “Aerea Videosorvegliata” e poi sulla carcassa di un cane, su quello che rimane del suo corpo. Non si sono commenti, non ci sono parole, se non quelle che chiedono: di chi è la colpa? Un’amminsitrazione disattenta, responsabili di settore scadenti, cittadini maleducati, tutti colpevoli, tutti indagati e tutti inquisiti che non tengono però conto che nelle sole tre strade che abbiamo visitato ben sette sono i casi morte per Leucemia e Cancro. Se questo non è disastro?
Giovanna Salvati
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