Cicciano. Con caparbietà, forzando anche lo statuto comunale per rendere valida l’ultima seduta consiliare, decisiva per il prosieguo dell’amministrazione, aveva approvato il bilancio di previsione 2011 con il relativo piano delle opere pubbliche, Un vero banco di prova per il sindaco di Cicciano, Giuseppe Caccavale (nella foto), in piena crisi politica da oltre sei mesi, che però, si è rivelato vano. Ieri mattina il primo cittadino prima, ed undici consiglieri comunali poi, di cui cinque di maggioranza e sei di opposizione, hanno rassegnato contestualmente le dimissioni, facendo così calare definitivamente il sipario sul Caccavale bis. Tutto è cominciato alle 8,47 di ieri, quando l’ormai sindaco ha depositato al protocollo generale n° 7106 le dimissioni da sindaco. Poco dopo i 5 dissidenti della maggioranza (l’ex vicesindaco Vincenzo Occhipinti, due ex assessori Carlo Mascolo e Francescantonio Galasso e due assessori Giovanni Santoriello e Domenico Miele) e sei esponenti della minoranza (Filomena Cavezza, Giovanni Alfano, Gennaro Pizza, Antonio Cavezza, Antonio Amato e Angelantonio Arvonio) hanno rassegnato a loro volta le dimissioni dalla carica di consigliere comunale. Una situazione che ha ecretato, di fatto, l’epilogo di una crisi aperta, senza via di fuga. L’ultimo atto di un’amministrazione vacillante da mesi ormai, che non poteva più andare avanti con il sostegno di soli otto consiglieri. A nulla è valso l’invito rivolto da Caccavale ai componenti del civico consesso, prima durante l’ultima seduta consiliare di martedì sera, e poi mediante una nota scritta in queste ore. Nessun dialogo, nessun confronto. Un silenzio assordante, rotto dalle dimissioni di questa mattina. “Purtroppo quando il dovere di un buon amministratore viene a mancare, disertando continuamente la vita politica cittadina, è inevitabile che si arrivi a questo tipo di conclusione – ha dichiarato l’ormai ex sindaco – . La cosa che più mi amareggia però – ha continuato – è stata la totale assenza di dialogo tra le parti. Agire dietro le quinte, prendendo tra l’altro decisioni così drastiche, nuoce solamente alla salute della città, mortificata ancora una volta nel suo orgoglio”. “Ho fatto l’impossibile pur di tutelare i miei cittadini – ha continuato Caccavale – cercando di svolgere il mio dovere nel migliore dei modi appellandomi unicamente al senso di responsabilità. Non avevo alcuna personale ambizione, se non nell’interesse della città, non essendo tra l’altro più ricandidabile avendo ricoperto già due mandati di seguito. Eppure nessuno dei miei ex “compagni di viaggio” mi è venuto incontro, assentandosi, ancora una volta, durante l’ultima seduta consiliare. Ho chiesto a gran voce un tavolo tecnico con tutti i capigruppo affinchè manifestassero i reali motivi della crisi per cercare di ricucire insieme lo strappo. Ho aspettato una risposta sino a mezzanotte. Una risposta che non è mai arrivata. Da qui la mia decisione di dimettermi”. “Il sindaco parla di dialogo e confronto? Mi meraviglia sinceramente essendo stato lui in prima persona ad assumere un atteggiamento di totale ostruzionismo nei nostri confronti portando avanti una politica individuale e personalistica” – ha replicato Francescoantonio Galasso, uno degli ex assessori dissidenti di Cicciano. “Purtroppo – ha aggiunto – questo è solo l’epilogo di una situazione che non poteva più andare avanti. Quando un amministratore non condivide certe scelte che vanno contro gli interessi della città, è giusto che rimetta il suo mandato. In caso contrario si rischia di diventare complici. Una posizione, quest’ultima, che non mi appartiene e mai mi apparterrà. Riconosco che è mortificante per una città vedersi arrivare nell’arco di appena quattro anni per ben due volte il commissario prefettizio. Ma sarebbe ancor più mortificante tacere sull’operato di un sindaco che non rispetta né i suoi consiglieri né i cittadini. Una battaglia che stiamo portando avanti da mesi, aggravatasi ad inizio gennaio sino a diventare cronica. Ora bisogna guardare al futuro di Cicciano – ha concluso Galasso – senza se e senza ma, con un unico grande obiettivo: la trasparenza prima di tutto”.
Autilia Napolitano
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