lunedì 23 Settembre 2024
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Somma Vesuviana. Emergenza idrica, il consiglio comunale monotematico tra cittadini assenti e politici in fermento

Somma Vesuviana. “Che cos’è l’acqua se non una riflessione al senso di incompletezza in una società di tempo incompiuto e di valore illogico!?” Forse il buon De Dominicis nel suo vano tentativo di valorizzare un bene prezioso lanciò, inconsapevolmente una valida e attuale anteprima, di quelli che oggi sono gli scenari moderni. Riflettiamo. “Tempo incompiuto” di un continuo vocio fatto di rivendicazioni, di accuse, di dicerie, quale potrebbe essere quello dello scenario di protesta legato all’emergenza idrica andata in scena diversi giorni fa in tutto il versante vesuviano, e in particolar modo, il caso di stallo nella cittadina di Somma Vesuviana. Poi continua, il buon maestro De Dominicis con “valore illogico”. E anche qui sembra che abbia fatto centro. Il valore illogico potrebbe essere quel fattore reazionario che ha lasciato perplesso chiunque si sia recato alla seduta del consiglio comunale monotematico sull’emergenza idrica. Insomma un piccolo capello introduttivo per immergerci nell’atmosfera che si respirava ieri sera nell’aula consiliare.

Per quanti pensavano e programmavano una sommossa, spiacenti, ma la delusione è all’angolo, dal momento che tutti quelli che avevano puntato il dito contro tutto e tutti (e mi riferisco ai cittadini) hanno denigrato l’invito del Sindaco Raffaele Allocca per assistere alla seduta che all’ordine del giorno aveva solo ed esclusivamente il caso acqua. Infatti poco più di tredici le persone presenti che hanno cosi sfatato sin dall’inizio l’idea di assistere ad un dibattito animato. Ma se proprio vogliamo, ci hanno pensato i politici a “rianimarlo”.

Ad aprire la seduta è stato il sindaco Raffaele Allocca “non si può nascondere che l’emergenza c’è stata, ma siamo finalmente riusciti ad ottenere un potenziamento di settanta litri al secondo dall’impianto di Boscotrecase, necessario ed indispensabile a scongiurare il calo di pressione e le ripetute sospensioni idriche nella parte alta di Somma – ha spiegato Allocca – e questo rappresenta per la nostra cittadina un importante passo avanti,l’impegno dell’amministrazione c’è e ci sarà sempre, siamo vicini ai cittadini e alle loro problematiche. E’ vero non è la prima volta che si verificano casi di emergenza simile ma sono stato io in prima persona a recarmi da Prefetto e consegnare un dettagliato dossier”. Un dossier di denuncia ed esempio valido che testimonia la volontà da parte dell’amministrazione di risolvere una volta per tutta l’amara vicenda.
“Quello che però mi rammarica – ha concluso Allocca – è la strumentalizzazione sulla quale hanno marciato in tanti, manifesti che non hanno fatto che creare allarmismo, viceversa dimostrando scarso senso e responsabilità civile. Tutti siamo responsabili e abbiamo la responsabilità prima di essere vicini ai cittadini”.

Riferimento quest’ultimo che segue l’immediata replica del consigliere Arturo Rianna che, sentendo proprio il riferimento, si difende “il manifesto voleva solo rappresentare un appello all’amministrazione affinchè fosse fatta chiarezza sull’intera vicenda, nessuna strumentalizzazione solo verità”.

Ben più cruente invece l’intervento di un altro membro dell’opposizione, il consigliere Alfonso Auriemma (Pd) che non ci pensa due volte e accusa senza mezze misure, la società che gestisce la risorsa idrica come responsabile unica dell’intera vicenda e poi, rivolgendosi alla maggioranza chiede “perché si continua a giustificare la Gori, perché il Comune continua a difendere chi rappresenta l’unica causa del problema”. Time out, di poche decine si secondi. Il tempo di una boccata d’aria e via che si riprende. E’ la volta della maggioranza.

A prendere la parola è il consigliere di maggioranza Gennaro Bottino. Sarà lui, per qualche minuto a cercare di mantenere testa alla minoranza e nello specifico a cercare di riscattare la società Gori , come politico e come tecnico, vista la sua personale posizione di responsabile territoriale della ditta, ma nonostante la sua dettagliata relazione è la chiosa del suo intervento “la Gori si sta impegnando al meglio per rispondere alle esigenze e garantire un servizio di qualità” che scatena l’ira della minoranza.

“Sarà pur vero che è tutto tecnico ma noi paghiamo le bollette ed è un nostro diritto usufruire di un bene che è pubblico” ribatte con toni accessi il consigliere Raffaele Maione.

Altro giro di interventi e arriva provocatorio e pungente invece Luigi Aliperta (Udc) “il Comune è vicino ai cittadini o all’ente che gestisce il servizio idrico?”. Ed è proprio Aliperta a riscaldare con questa affermazione l’atmosfera.

I consiglieri De Filippo e Carotenuto cercano di riportare l’attenzione sul tema all’ordine del giorno, ma purtroppo la bagarre è aperta e i rancori personali e le frecciatine di basso rango cedono il passo ai buoni propositi di discussione. Una sorta di partita di ping pong: la minoranza sottilizza su alleanze politiche e divorzi di alleanze e la maggioranza smussa con sorrisetti. Nel frattempo dal pubblico qualcuno, commenta ad alta voce “Sono 40 anni di bugie, di spreco e di degrado”. Scheletri nell’armadio? Forse si ,forse no. Ma nessuno batte ciglio e si riapre il ring, che ha l’aria solo di un occasione per sfoderare le coalizioni politiche. Soluzioni? Consigli? Si.

La parola ritorna alla maggioranza e a fermare il diverbio è la proposta del consigliere Sergio D’Avino che rivolto ai colleghi chiede di “mettere da parte per una volta gli schieramenti politici e pensare ad una rapida soluzione”. “Si potrebbero istallare degli impianti per il trattamento delle acque di prima pioggia. Si tratta di cisterne realizzate in cemento armato e dimensionate. Questi impianti, grazie ad una accurata progettazione, permettono la separazione delle acque di prima pioggia dal resto delle acque, inoltre, dove richiesto, prevedono la possibilità di trattare e depurare appositamente tali acque”. Ma nemmeno questo ha sembrato convincere i presenti.

La parola ritorna al sindaco Raffaele Allocca e la promessa è una “metteremo a segno una serie di interventi tecnici, saremo più vigili e monitoreremo di più il territorio, ma dobbiamo anche dare il tempo materiale a questa nuova amministrazione regionale di fare i dovuti interventi”.

Dopo qualche minuto, la seduta viene sciolta. Qualche mormorio. Sorrisetti smorzati. L’aula ora è vuota. Lo era anche prima. I politici si sono messi in gioco, lo hanno fatto a loro modo, maggioranza e minoranza con toni accesi dove necessario, ma riflessivi in altri. Il punto è uno. Che ancora una volta quello che manca, messe da parte le responsabilità, è il senso di appartenenza e difesa della propria terra. Non si può, e l’appello è rivolto ai cittadini, farsi sentire, solo quando il problema c’è. Solo quando i rubinetti sono a secco. Il consiglio comunale di ieri era un occasione per ascoltare, capire, contraddire, chiedere, confrontarsi e non una vetrina. E pensare che il caso del disservizio idrica era un “emergenza”.

Giovanna Salvati

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