giovedì 19 Settembre 2024
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Somma Vesuviana: ospizio mai inaugurato, interviene la Corte dei Conti

Somma Vesuviana. “Sono assolutamente tranquillo perché ho la coscienza a posto”. Mostra una certa serenità Raffaele Allocca nel commentare la notizia di invito a dedurre di fronte alla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della regione Campania in merito all’annosa questione della casa di riposo che si erge spettrale in via Circumvallazioe a Somma Vesuviana. In realtà l’attuale primo cittadino non è l’unico nome nell’ istanza formulata dalla procuratore generale della Corte. Con lui, nell’elenco ci sono altri 12 nomi di amministratori, dirigenti e tecnici che dal 2001 hanno avuto nelle more delle loro mansioni anche lo scatolone giallo lascito inesorabile della prima Repubblica. Tra essi spicca il nome di un altro sindaco, Vincenzo D’Avino, che per 5 anni ha guidato una Giunta di centrosinistra (anche se alcuni suoi compagni di viaggio oggi siedono tra i banchi della maggioranza cittadina di centrodestra); di Giovanni Piccolo, ex assessore alle politiche sociali dello stesso D’Avino, Secondulfo Gennaro, ex assessore sempre al comparto sociale della prima amministrazione Allocca, il suo dirigente Saverio Tufano; Anna Cuomo, attuale titolare delle politiche sociali e Monica D’Amore, attuale responsabile dei servizi sociali. Secondo la relazione della Corte tutti questi amministratori non sarebbero stati capaci di portare a termine l’apertura e l’utilizzo della casa di riposo. A loro tutti, in questo invito a dedurre, sarebbero imputato un costo pari a circa 2 e 500 mila euro “ovvero- come si legge nella relazione- secondo l’ipotesi formulata in via subordinata ad 800 mila euro” frutto di un danno patrimoniale all’erario più un danno da disservizio per non aver messo a disposizione della collettività l’opera. Quella della casa di riposo è una delle spine nel fianco dell’amministrazione Allocca che, durante l’ultima campagna elettorale ne aveva fatto il suo vero cavallo di battaglia attaccando l’allora leader Udc Carmine Mocerino reo di voler utilizzare la struttura come carta da spendere durante le ultime regionali. Dopo quasi due anni, e due bandi pubblici andati a vuoto, la struttura è ancora chiusa. Il cavallo di battaglia è diventato un asinello. Un asinello di cui nessuno sembra voler più parlare né portare a spasso tra le piazze cittadine. Ad esclusione ovviamente della Corte dei Conti.

Gaetano Di Matteo

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