Pomigliano d’Arco. Solo due giorni fa il tribunale di Nola aveva rigettato la richiesta di fallimento, ieri una rivoluzione ha riguardato l’assetto societario dell’Enam, società 100% pubblica che gestisce l’ambiente, il servizio di nettezza urbana e la distribuzione del metano per le reti cittadine. L’esecutivo di di centrodestra del Comune di Pomigliano d’Arco , infatti, ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione. Una nomina che è toccata all’assessore alle Partecipate, Alessandro Izzo, che nel corso dell’assemblea che si è svolta ieri mattina presso la sede della società ha nominato presidente del Cda Nicola Di Raffale, 45 anni, specialista in amministrazione e direzione aziendale, e come componenti Michele Cantone, 45 anni, dottore commercialista e revisore dei conti e l’avvocato Fabio Sarro, 41 anni, esperto in Diritto Amministrativo.
“La nuova amministrazione comunale di Pomigliano d’Arco ha nominato questi tre professionisti noti per l’altissima capacità professionale”, si legge in un nota del Comune, “interrompendo il criterio della scelta partitica (data la difficilissima situazione in cui a tutt’oggi versa Enam), con l’intento di ristrutturare la Società e di ottenere un equilibrio finanziario in tempi ragionevolmente brevi. La nuova Amministrazione Comunale di Pomigliano d’Arco, come già fatto dinanzi al Tribunale di Nola, non farà mancare il proprio sostegno ad Enam, affinché con un nuovo piano industriale possa tornare a svolgere con la massima efficienza il proprio servizio per la Città e la comunità di Pomigliano”.
Appena due giorni fa l’ormai ex presidente Vincenzo Gaudiano, ottenuta la vittoria in tribunale richiamava al suo compito il Comune che avrebbe dovuto “all’interno della manovra finanziaria 2010 appostare le somme per pagare i crediti che vanta Enam nei confronti del Comune e fare in modo che la situazione si normalizzi adeguando il canone per il servizio di igiene urbana”.
Proprio per questi motivi, infatti, la società aveva problemi di liquidità, come aveva sottolineato anche il collegio giudicante, nell’ambito del dispositivo di sentenza “Non vi sono dubbi che la società non disponga di liquidità sufficiente per fronteggiare le proprie obbligazioni con regolarità, ma tale circostanza, nella fattispecie, non integra lo stato di insolvenza, bensì evidenzia uno squilibrio finanziario che, allo stato della documentazione in atti, sembra sanabile”. Problemi che ora passano al nuovo Cda che si metterà al lavoro per rilanciare l’azienda.
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