Sant’Anastasia. Un furto sacrilego compiuto nell’indifferenza dei più, ma che è destinato a scatenare non poche polemiche appena sarà noto alla comunità religiosa. E’ stata portata via, nonostante la presenza di numerose telecamere la reliquia del santo patrono di Sant’Anastasia, San Francesco Saverio. Si tratta di parti di un braccio, ormai ridotte in cenere, che dovrebbero essere appartenute proprio al santo e ricavate dall’unica reliquia presente in Italia e conservata a Roma dai Padri gesuiti. La reliquia era allocata all’interno di una coppa di color oro sistemata davanti alla statua cui sono devoti gli anastasiani, e che si trova nella centralissima chiesa di Santa Maria la Nova. Ad accorgersi del furto, con alcuni giorni di ritardo, però, è stato proprio il parroco, don Raffaele Rossi. “Stavo osservando l’altare”, ha spiegato il prelato, “quando mi sono accorto che l’urna non era più al suo posto. Si tratta di un gesto da condannare, non avevamo certezza sulla reliquia, non vi sono certificazioni che l’accompagnano e non sappiamo quindi se è originale. Credo però che chi l’ha portata via non sia un ladro esperto, avrebbe capito altrimenti che non si trattava di un oggetto di valore”. Resta da capire cosa si intenda per valore. Nonostante in chiesa ci fossero le telecamere le immagini riprese non saranno utili a trovare i responsabili. Sono programmate, infatti, per cancellare e registrare sullo stesso nastro ogni ventiquattro ore. Essendo stato il furto scoperto in ritardo, ormai tutto è perduto. Ieri intanto, don Raffaele ha avvisato dell’accaduto anche i carabinieri senza presentare però denuncia. Insomma, quasi come se la reliquia non avesse valore economico e dunque fosse meno importante. Così non lo è per le migliaia di fedeli che sono devoti al santo patrono. A pochi metri di distanza dalla chiesa esiste il comitato per i festeggiamento di San Francesco Saverio, a loro abbiamo chiesto cosa ne pensavano del furto. “Ne abbiamo sentito parlare soltanto ieri”, raccontano, “è vero che non avevamo la bolla del Vaticano che autenticava la sua origine, ma era importante per noi che stesse lì davanti al santo, li doveva restare”. E intanto avevano proposto al parroco di chiedere ai gesuiti di farsi inviare qualche frammento della reliquia in loro possesso per far si che la città avesse la sua reliquia “ufficiale”. Accanto a San Francesco Saverio vi è un’altra statua, che contiene al suo interno una reliquia, è quella di Sant’Anastasia, da cui prende il nome la città ai piedi del monte Somma.
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